Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Bollettino "Mercato del lavoro news" dedicato alle conciliazioni

Il nuovo numero del bollettino dell’Osservatorio mercato del lavoro “Mercato del lavoro news” è incentrato sul tema “La conciliazione delle controversie di lavoro”.

Tutte le controversie che insorgono tra datore di lavoro e lavoratore nel corso del rapporto, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato, possono divenire oggetto di un tentativo di conciliazione, prima di adire il giudice del lavoro.

La Commissione di conciliazione presso il Servizio Lavoro tenta di indurre le parti a trovare una soluzione di compromesso: in caso di accordo, la controversia si chiude definitivamente e non può più essere riaperta in tribunale; se invece le parti, nonostante l’intervento della commissione, non riescono ad accordarsi, se ne dà atto a verbale e la lite può proseguire davanti al giudice.

La riforma del 2010 ha introdotto rilevanti modifiche in materia di conciliazione: da un lato il tentativo non è più obbligatorio, ma facoltativo; dall’altro è stata abolita l’originaria distinzione procedurale tra le controversie nel settore privato e quelle nella pubblica amministrazione.

Inoltre la commissione di conciliazione è ora tenuta a sottoporre alle parti una proposta per la definizione bonaria della controversia, se queste non riescono a trovare da sole una soluzione di compromesso. “I risultati di questa riforma emergono anche dai dati” sottolinea l’assessore provinciale al lavoro, Roberto Bizzo “il numero di richieste di tentativo di conciliazione pervenute nella prima metà del 2011 si è ridotto di circa la metà rispetto all’anno precedente”.

Diversa è la situazione in cui datore di lavoro  e lavoratore compaiono davanti alla Commissione per sottoscrivere un accordo già raggiunto. “La quota di queste cosiddette ratifiche è aumentata notevolmente dopo l’entrata in vigore della riforma” rileva il direttore della Ripartizione lavoro, Helmuth Sinn “specie se si tiene conto che il totale delle controversie è diminuito". 

Mentre nei semestri precedenti la prima metà del 2011 esse oscillavano tra il 50 e il 60% delle vertenze conciliate, nei primi sei mesi di quest’anno hanno raggiunto, con l’88%, la quota più alta. Nella prima metà del 2011 la percentuale complessiva delle conciliazioni, comprensiva delle ratifiche, si è attestata intorno al 70%, a fronte di un valore compreso tra il 40 e il 50% per i periodi prima della riforma.

L’entrata in vigore della riforma del 2010 non sembra invece aver avuto ripercussioni evidenti sulla quota di conciliazioni risultanti da controversie effettivamente trattate: anche  prima del primo semestre 2011 tale valore era compreso tra il 21 e il 28%. Ciò significa che, in media, gli accordi raggiunti nell’ambito della procedura conciliativa oscillano all’incirca tra un quinto e un terzo delle

controversie trattate. Per quel che concerne il totale degli importi pagati a seguito di conciliazioni, nel primo semestre 2011 esso ammonta complessivamente a più di 5,2 milioni di Euro, il valore sinora più alto.

La notevole riduzione del numero di mancate conciliazioni nei primi sei mesi del 2011 è senz’altro riconducibile al fatto che le parti decidono di costituirsi per il tentativo soltanto se intravedono concrete possibilità di risolvere la controversia in via bonaria. Prima della riforma, come noto, il tentativo di conciliazione era obbligatorio per poter adire il giudice. Si è previsto da più parti che il tentativo facoltativo di conciliazione e la riduzione dei termini per l’impugnazione dei licenziamenti potessero condurre ad una diminuzione dell’attività conciliativa.

Tale  supposizione ha trovato riscontro anche in provincia di Bolzano. Il fatto che spesso la parte istante rinunci al tentativo facoltativo per adire direttamente le vie giudiziarie non contribuisce tuttavia a risolvere la lite né prima, né meglio. La conseguenza che ne deriva, sottolinea il bollettino “Mercato del lavoro news”  è piuttosto un’altra: “La mole di lavoro dei Tribunali aumenta e con essa la durata dei processi”.

FG

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