Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Durnwalder incontra Rebiya Kadeer, la leader degli uiguri cinesi

Rebiya Kadeer, la nota dissidente cinese e presidente del Congresso mondiale degli uguri, minoranza che aspira ad una forma di autonomia, ha fatto visita oggi (26 gennaio) a Bolzano al presidente della Provincia Luis Durnwalder. In primo piano il modello autonomistico altoatesino e gli spunti utili a favore della causa degli uiguri all'interno della Cina.

Il presidente Durnwalder con l'attivista per i diritti umani Rebiya Kadeer (Foto USP/Pertl)

Rebiya Kadeer, 63 anni, candidata al Nobel per la pace, si batte per la causa del suo popolo, gli uiguri, minoranza musulmana che conta circa 8 milioni di persone nella Cina occidentale. Le aspirazioni autonomistiche nella regione degli uguri sono sfociate in violenti scontri la scorsa estate, provocando centinaia di morti.

La leader in esilio degli uiguri, imprenditrice di successo, è stata incarcerata e poi espulsa. Attivista per i diritti umani, Rebiya Kadeer vive oggi negli Stati Uniti e gira il mondo diffondendo le ragioni del suo popolo. Nell'incontro a Palazzo Widmann, accompagnata dalla vicepresidente della Fuev (Unione europea dei gruppi etnici) Martha Strocker, si è informata sul modello di autonomia altoatesino, "un modello che secondo la signora Kadeer contiene elementi utili per la causa della sua regione, per la tutela della cultura e dell'identità degli uiguri all'interno della Repubblica cinese", spiega il presidente Durnwalder. All'ospite il Presidente ha illustrato nascita e sviluppo dell'autonomia speciale.

Una storia, quella degli uiguri, che ha molti punti di contatto con quella del Tibet, anche se è meno conosciuta. La regione dell'Asia centrale in cui viveva da secoli questa stirpe nomade di origine turcomanna (la loro lingua è di ceppo turco) venne occupata dai cinesi nel 1949, che la chiamarono Xinjiang. Gli uiguri costituiscono ancora la maggioranza musulmana della regione. Rebiya Kadeer - che non è un leader religioso come il Dalai Lama - condanna ogni forma di lotta violenta e incoraggia forme di protesta non violenta.

pf


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