Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Donne e previdenza: presentato opuscolo del Comitato provinciale per le pari opportunità

La vicepresidente uscente del Comitato provinciale alle pari opportunità, Alessandra Spada, e Ulrike Egger del gruppo di lavoro "Donne e lavoro" all'interno del Comitato, hanno presentato il pieghevole "Donne e previdenza", una brochure informativa in aiuto alle donne che lavorano nel settore privato per costruirsi una pensione adeguata per una vecchiaia dignitosa.

Comitato provinciale pari opportunitá: vicepres. Spada (sin.) e Ulrike Egger di "donne e lavoro" presentano l'opuscolo informativo "donne e previdenza" (Foto: USP/A.Pertl)

Il nuovo sistema contributivo previdenziale, entrato in vigore nel 1995, come ha ricordato Ulrike Egger, ai fini della pensione considera la somma dei contributi versati durante l'intera vita lavorativa. Un aspetto questo ancora poco conosciuto che per le donne costituisce un problema dal momento che molte di loro per motivi familiari o interrompono l'attività lavorativa o la abbandonano o rinunciano a svolgerne una retribuita regolarmente. le pensioni, infatti, vengono erogate in base ai contributi versati. A tal riguardo Alessandra Spada ha ricordato come nelle sacche di povertá eisistenti nella società moderna si riscontri la povertà delle donne anziane che avendo versato meno contributi per aver svolto invece lavoro non retribuito in famiglia per la cura dei figli o di anziani si torvano con una pensione più bassa e non adeguata. A questo si aggiunge il caso delle donne che hanno vissuto separazione o divorzio in età avanzata.
La problematica ha indotto il gruppo di lavoro "Donne e lavoro" del Comitato provinciale alle pari opportunità a pubblicare un pieghevole informativo con consigli per facilitare le donne che lavorano nel settore privato nel costruirsi una pensione adeguata che consenta loro di godere una vecchiaia dignitosa. Le donne impiegate nel pubblico impiego, infatti, hanno maggiori possibilità di essere informate e godono di maggiori diritti. 
La brochure dal titolo "Donne e previdenza", la terza pubblicata dal gruppo di lavoro, è stata presentata oggi, mercoledì 4 marzo, dalla vicepresidente uscente del Comitato provinciale per le pari opportunità, Alessandra Spada, assieme ad Ulrike Egger, del gruppo di lavoro. Oltre che presso i patronati, i sindacati ed il Servizio Donna della Provincia (via Crispi 3 Bolzano) l'opuscolo può essere scaricato all'indirizzo www.provincia.bz.it/lavoro/serviziodonna

Il consiglio rivolto alle donne è quello che se si vuole evitare di vivere in povertà da anziane, nel corso dell’età lavorativa è necessario puntare ad una posizione con guadagno certo e/o investire in una pensione integrativa. Parlando di posizione contributiva, un’altra riflessione è che il lavoro in nero non conviene, dal momento che la pensione è legata ai contributi previdenziali e che se questi non sono sufficienti non si acquisisce il diritto ad una pensione. Alle donne che lavorano part time viene consigliato, quindi, di raggiungere il cosiddetto “minimale retributivo” necessario per avere diritto alla pensione. Nel pieghevole vengono illustrate le tipologie di pensione ed i requisiti per accedervi e le possibilità di riscatto dei periodi per maternità, cura e assistenza dei figli oppure dei corsi di laurea e di studio. Inoltre viene ricordata la possibilità di accedere al contributo regionale per incentivare il versamento volontario per la copertura previdenziale per periodi di cura, assistenza ed educazione dei figli o quali casalinghe o per lavoro di assistenza a familiari non autosufficienti. La pensione complementare è presentata quale valida opportunità per tutti coloro che hanno iniziato l’attività lavorativa dopo il 31 dicembre 1995, data in cui è cambiato il sistema di calcolo delle pensioni da “retributivo” (che tiene conto degli ultimi 10 anni di lavoro – età pensionabile fissa) a quello “contributivo” (che tiene conto di tutti i periodi ed i contributi versati nella vita lavorativa – età pensionabile flessibile).

Parlando della bozza di legge governativa per l'aumento graduale dell'età pensionabile delle donne della pubblica amministazione fino a 65 anni Alessandra Spada ha sottolineato la solerzia con cui si raggiunge la "parità" in casi che vedono svantaggi per le donne. Infatti, anche se l'aspettativa di vita si è allungata, non si tiene conto dei carichi di lavoro che le donne sopportano accanto alla normale attività nel lavoro di cura. Se fossero state intordotte le quote rosa in ambito politico sarebbe stata sicuramente operata una politica più attenta alla creazione di servitzi di supporto alle famiglie. Come ha aggiunto Ulrike Egger, non si tiene assoltamente conto del lavoro svolto dal pesonale di cura che sopporta un notevole carico fisico e psicologico. Andare in pensione a 65 anni, come, ha concluso Spada, dovrebbe restare una libera scelta delle donne.

 

 

 

SA

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