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Nuovo marchio per lo speck altoatesino, ok dal Ministero dell'Agricoltura

Missione compiuta per la delegazione altoatesina, guidata dall'assessore provinciale Hans Berger, che oggi era a Roma per difendere il nuovo marchio dello speck. Dopo un dibattito lungo diversi mesi, innescato da un ricorso, il Ministero dell'Agricoltura ha approvato le modifiche al vecchio logo dello speck dell'Alto Adige, che riprende alcuni elementi del marchio di qualità "Alto Adige".

In occasione dell'ormai tradizionale festa dedicata al più famoso insaccato locale, che si svolgerà tra pochi giorni a Bolzano, il Consorzio potrà presentare il nuovo marchio legato allo speck altoatesino. Dopo aver ascoltato tutte le parti in causa, il Ministero dell'Agricoltura ha finalmente dato il via libera alla modifica del marchio: nel nuovo logo, che sostituisce il precedente, vengono ripresi il panorama e le scritte del marchio di qualità Alto Adige.

Proprio questo ha rappresentato, negli ultimi mesi, il pomo della discordia. I consorzi "Chianti", "Parmigiano Reggiano" e "Prosciutto di Parma" avevano infatti presentato ricorso contro la scelta del consorzio "Speck Alto Adige", sostenendo che in futuro alcuni enti avrebbero potuto utilizzare elementi dei propri marchi, sfruttando in questo modo la riconoscibilità internazionale dei prodotti in questione. La delegazione locale, guidata dall'assessore provinciale all'agricoltura Hans Berger, dai funzionari del Dipartimento che fa capo all'assessore Frick, Ulrich Stofner e Hansi Felder, e dal presidente del consorzio "Speck Alto Adige" Franz Mitterutzner è però riuscita a far prevalare la linea altoatesina.

La carta vincente è stata quella di far riconoscere come il marchio di qualità e il marchio dello speck siano due loghi distinti e distinguibili tra di loro, per di più utilizzati per prodotti diversi. Sullo speck prodotto in Alto Adige, dunque, non comparirà mai il marchio di qualità, ma solamente il nuovo logo elaborato per l'indicazione geografica tipica (Igp), che rappresenta un adattamento grafico del marchio. Altrettanto decisiva, inoltre, la motivazione secondo la quale non è la Provincia che si appropria di un elemento del marchio dello speck, ma esattamente il contrario. Un'evidenza che mette al riparo da eventuali rischi futuri anche i tre consorzi ricorrenti.

mb


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