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Potere d'acquisto, i flussi in entrata sono il doppio di quelli in uscita

Il potere d'acquisto che entra in Alto Adige è oltre il doppio di quello che esce dai confini provinciali. Questo il dato più importante che emerge dallo studio eseguito dall'Istituto di ricerca Cima Austria, presentato questa mattina (mercoledì 2 maggio) dall'assessore provinciale Werner Frick. "Il saldo è dunque positivo - commenta Frick - e conferma che la nostra politica commerciale si è rivelata azzeccata".

L'Alto Adige presenta un potere d'acquisto complessivo pari a circa 4,75 miliardi di euro. Sono 488 i milioni di euro, il 10% del totale, che escono dai confini provinciali, mentre il 68% del potere d’acquisto locale, pari a 3,2 miliardi di euro, resta in Alto Adige. I flussi in entrata, per quanto riguarda il commercio al dettaglio, si aggirano sul miliardo di euro, ovvero il 22% del volume totale. Circa i due terzi di questa cifra risultano dall'indotto turistico, mentre il restante terzo è frutto delle cosiddette "trasferte per shopping" dei consumatori provenienti dai territori confinanti.

"I risultati - ha spiegato l'assessore provinciale Werner Frick - confermano che, da un lato, si registrano deflussi del potere d'acquisto oltre i confini provinciali, in particolare verso i grandi centri commerciali austriaci, ma che dall'altro lato questo deflusso transfrontaliero è controbilanciato, specie grazie al fattore turismo, da un enorme afflusso di potere d'acquisto in Alto Adige. Il saldo complessivo è quindi largamente positivo".

L'indagine svolta da Cima Austria, e presentata da Stefan Lettner, è la più completa sinora condotta sui flussi del potere di acquisto nel commercio al dettaglio. Complessivamente sono stati 5mila i nuclei familiari interpellati sul loro rapporto con gli acquisti, ed oltre ai flussi transfrontalieri, sono stati analizzati anche quelli all'interno delle Comunità comprensoriali altoatesine. Lo studio rivela che ad attirare maggiormente i consumatori in Alto Adige sono l'atmosfera particolare dello shopping, una migliore qualità della merce, e la disponibilità esclusivamente in loco dei prodotti desiderati. Anche il fattore prezzo, per oltre il 12% del campione intervistato, ha il suo peso. Per quanto riguarda invece il deflusso dei consumatori, circa il 30% degli interpellati ha dichiarato di recarsi nei centri commerciali austriaci a causa dei prezzi più convenienti. Altre motivazioni rilevanti sono risultati essere la maggiore possibilità di scelta, e la disponibilità dei prodotti in un unico punto vendita. Per quanto riguarda la "fidelizzazione" del potere d'acquisto locale, i risultati migliori si sono registrati a Bolzano, nel Burgraviato e in Val d'Isarco (80%), mentre la maggior quota di afflussi dall'Austria si riscontra in Alta Valle Isarco, con il 38%.

"Lo studio - è il commento finale dell'assessore Frick - dimostra che la via intrapresa sinora si è rivelata azzeccata. Attraverso la nostra regolamentazione urbanistica abbiamo potuto evitare che in Alto Adige si arrivasse a sviluppi su grandi superfici del commercio al dettaglio nel verde agricolo, e questa decisione ci è invidiata in mezza Europa. Le grandi superfici vanno programmate per non distruggere quelle piccole e medie, e possono essere realizzate solo in centri ad alta densità. La progettata struttura di Bolzano può e deve colmare la lacuna presente nella nostra offerta commerciale, senza mettere in pericolo l'equilibrio tra piccole, medie e grandi superfici di vendita".

mb

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