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Scopazzi del melo: 4.200 denunce nel 2006 in Alto Adige

Martedì 13 marzo 2007 nell’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Agrario di Ora si svolto un convegno specialistico incentrato sulla problematica degli scopazzi del melo, un fitoplasma trasmesso da minuscoli insetti. Il congresso è stato organizzato dal Centro di Sperimentazione agraria e forestale Laimburg. Oltre 150 i partecipanti da Alto Adige e Trentino.

Un momento del convegno sugli scopazzi del melo
Come spiega il direttore del Centro di Sperimentazione agraria e forestale Laimburg, Josef Dalla Via con il "Convegno sugli Scopazzi del Melo", al quale hanno partecipato esperti locali, nazionali ed esteri, si è inteso informare ed aggiornare gli agricoltori, ma anche tutte gli interessati, sugli ultimi riscontri e risultati scientifici sul tema.
A fine anno 2006 presso l'Ufficio provinciale per la frutti-viticoltura, come ha riferito Konrad Mair, erano pervenute complessivamente 4.200 denunce di contaminazione da scopazzi; si è dovuto provvedere al taglio di circa 500.000 alberi di melo. La zona maggiomente colpita è quella del Burgraviato con il 3,1 per cento degli alberi da frutta. Gli scopazzi del melo hanno infierito meno sulla Val d'Isarco, dove l'incidenza registrata è stata solo dello 0,1 per cento.
Durante il convegno si è parlato delle ricerche sulla biologia dei vettori degli scopazzi del melo, sull'impiego della biologia molocolare nella ricerca dell'agente patogeno degli scopazzi del melo. Sono stati, altresì, illustrati gli esiti dei progetti FITOREMO e APPL attivati a livello nazionale. Inoltre sono state illustrate le strategie di difesa per il 2007 ed i prodotti disponibili a tal fine. Come ha spiegato Josef Dalla Via, direttore del Centro di sperimentazione Laimburg, è stato predisposto un programma di interventi quinquennale.

SA


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