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Visita serale alla mostra temporanea sul “Popolo delle nuvole” (26 ottobre)

Giovedì 26 ottobre, alle ore 20,30, in lingua italiana.

Si svolgerà giovedì 26 ottobre, dalle ore 20,30, la visita serale, in lingua italiana, alla mostra temporanea sui “Chachapoya” il cosiddetto “Popolo delle nuvole” allestita presso il Museo Archeologico provinciale, in via Museo,43 a Bolzano.

L’affascinante esposizione dedicata alla civiltà dei Chachapoya del Perù (800 - 1500 d.C. circa) rimarrà a Bolzano sino al 15 novembre. Fra gli oggetti esposti, figurano, oltre ad una novantina di reperti di insediamenti e siti funerari, anche una dozzina di mummie umane ed animali. 

L’esposizione al Museo Archeologico di Bolzano punta ad un approfondimento di carattere culturale ed antropologico sulla cultura dei Chachapoya. Oltre alle 12 mummie umane, infatti, sono esposti anche un centinaio di oggetti d’uso corrente e prodotti dell’artigianato artistico: tessuti, ceramiche, legno e metallo. Modelli e planimetrie tenteranno di ricostruire la realtà culturale del popolo delle nuvole. Modelli e planimetrie tenteranno di ricostruire la realtà culturale del popolo delle nuvole.

Contrariamente a mummie analoghe ritrovate sulle Ande, come la famosa mummia femminile rinvenuta nel ghiaccio (Juanita, della civiltà Inca), risalente al 1450, le mummie degli uomini delle nuvole sono defunti provenienti da un grande complesso funerario.  

Il nome “Popolo delle nuvole” venne dato agli appartenenti della civiltà Chachapoya dai loro conquistatori, gli Incas. Si suppone che ciò sia in relazione con la tendenza di queste genti di erigere insediamenti su alture di montagna avvolte nella nebbia. Gli Incas li descrivono come “guerrieri dalla pelle e dai capelli chiari”.

Il popolo, non ancora studiato a fondo, si espanse a partire dall’800 d.C. su alture coperte dalla fitta vegetazione comprese tra i corsi dei fiumi Huallaga e Maranon nelle Ande peruviane. Prima ancora dell’arrivo degli Spagnoli, i Chachapoya vennero sottomessi nel XV secolo dagli Incas. Un secolo più tardi l’intero popolo si estinse in conseguenza delle infezioni portate sul continente dall’Europa.

Il microclima secco di queste tombe poste a 5.000 metri di altitudine ha offerto le condizioni ideali affinché i cadaveri mummificassero e potessero essere conservati, praticamente intatti, fino ad oggi. Stando agli esperti, pare che i Chachapoya si servissero dei loro morti come oracolo.

Della cultura di questo popolo si sa ancora relativamente poco vista la mancanza di una scrittura. Gli studi tecnici sulle mummie contribuiranno dunque a fare luce sul mistero che ancora avvolge, come la nebbia, questi abitanti della foresta. 

Per ulteriori informazioni sulla mostra e la visita serale gli interessati possono contattare il Museo Archeologico dell’Alto Adige, che ha sede in via Museo, 43 a Bolzano, tel. 0471-320100, www.iceman.it

  

FG


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