Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Presentato il “Rapporto Gender 2006”

Alla presenza delle assessore Luisa Gnecchi e Sabina Kasslatter Mur, è stato presentato questa mattina a Bolzano il “Rapporto Gender 2006”: elaborato dall’ASTAT, esso presenta i dati su comportamenti demografici, stili di vita e salute, istruzione, mercato del lavoro, cultura e tempo libero, valori,presenza in politica della popolazione altoatesina, differenziati per uomini e donne. “Un’analisi di questo tipo”, hanno commentato le due assessore, “è importante perché permette di identificare le diverse esigenze di donne e uomini: le politiche pubbliche hanno infatti effetti differenti sui due generi”.

Che importanza ha un’analisi differenziata per sesso dei comportamenti, stili di vita, partecipazione sociale e opportunità di lavoro dei cittadini altoatesini? Lo hanno ben spiegato le assessore al Lavoro, Innovazione, Ricerca e Formazione professionale, Luisa Gnecchi, ed alla Cultura tedesca e Famiglia, Sabina Kasslatter Mur, presentando, questa mattina a Bolzano, il Rapporto Gender 2006, elaborato dall’ASTAT su incarico della Giunta provinciale: “Conoscere le diverse caratteristiche dello stile di vita quotidiano maschile e femminile”, hanno infatti spiegato le due rappresentanti femminili nell’esecutivo provinciale, “serve per prevedere quale effetto può avere una medesima misura sulla vita di uomini e donne, i quali hanno esigenze e comportamenti diversi: di questo la politica deve tenere conto”.

Il Rapporto Gender 2006 arriva quattro anni dopo il primo rapporto di questo tipo, e, come ha spiegato il direttore dell’ASTAT Alfred Aberer, “consiste in una rielaborazione in un’ottica di genere dei dati che avevamo a disposizione sulla popolazione altoatesina”. Strutturato in sette capitoli, esso presenta i dati relativi a “Comportamenti e strutture demografiche”, “Stili di vita e salute”, “Istruzione e formazione”, “Mercato del lavoro”, “Cultura e tempo libero”, “Valori e stili di vita”, “Le donne nei consigli e nei parlamenti”. I dati salienti che emergono dallo studio sono, secondo il dott. Aberer, “la maggiore aspettativa di vita delle donne, il loro stile di vita più sano, una minore partecipazione al mondo del lavoro rispetto agli uomini, una più alta percentuale di donne impiegate part-time”. Già questi sono elementi sui quali è possibile strutturare misure e provvedimenti adeguati.

Questo studio, la cui elaborazione da parte dell’ASTAT garantisce una continuità anche in futuro”, ha sostenuto l’ass. Gnecchi, “ci dà l’opportunità di pensare anche ad un bilancio provinciale che tenga conto delle esigenze delle donne. Da molti dati emerge comunque che poco è cambiato, per esempio, nella quantità di tempo libero di quest’ultime, rispetto al censimento del 1991”. “Il gender mainstreaming”, ha sostenuto dal canto suo l’assessora Kasslatter Mur. “dev’essere la parola d’ordine non solo di noi politiche, ma anche dei politici: è un’occasione per entrambi i sessi. Infatti, se da  un lato il fatto che le donne siano meno sportive ci può portare a cercare una femminilizzazione del mondo dello sport, dall’altro vedere che gli uomini frequentano meno le biblioteche ci può suggerire l’introduzione di orari di apertura più adatti a loro”.

Nel dettaglio, i risultati dello studio sono poi stati presentati dalle ricercatrici Johanna Plasinger (vicedirettrice di Ripartizione), Annalisa Sallustio, Marion Schmuck, Angela Giungaio e Michela Zambiasi. La popolazione femminile costituisce il 50,6% dei cittadini residenti in provincia di Bolzano (anche se i maschi sono di più nelle fasce giovanili della popolazione), e le donne vivono in media 83,5 anni, contro i 77,1 degli uomini. Ecco perché l’85,7% delle persone rimaste vedove sono donne. Le donne sono in generale più attente alla salute, e meno in sovrappreso rispetto agli uomini (un quarto contro il 42,2%). Gli uomini, però, sono più sportivi: il 45,1% pratica uno sport, contro il 34% delle donne dai tre anni in su. Per quanto riguarda l’istruzione, negli ultimi anni si è assistito ad un notevole sviluppo in questo senso, e sono soprattutto le donne ad aver fatto passi avanti. La presenza femminile prevale nelle scuole superiori,  nonché nelle università (le studentesse sono il 58,5% negli atenei italiani ed il 50,3% in quelli austriaci). Nel mondo del lavoro, tra le donne sono il 61,6% quelle occupate, a fronte di un 80,6% di uomini: il 34% delle donne lavora poi a part-time, modalità scelta solo dal 4% degli uomini. Quando non lavorano, le donne dedicano più tempo libero alla cultura, mentre gli uomini scelgono spesso attività sportive. Partecipare alla vita politica per le donne è sempre difficile, a causa degli impegni famigliari, tuttavia l’introduzione in provincia di una quota obbligatoria di rappresentanza alle elezioni comunali ha determinato un forte incremento di candidate, 511 in più rispetto alle precedenti amministrative. Tuttavia, solo il 27,6% di loro è stato eletto, contro il 43% dei maschi. Lo studio dell’ASTAT ci dice poi che la maggioranza delle donne pensa che la percentuale femminile dei parlamentari italiani dovrebbe essere superiore, mentre per la maggioranza degli uomini la situazione va bene così com’è.

Il "Rapporto Gender 2006", che contiene questi e molti altri dati interessanti, può essere richiesto all’ASTAT, in via Duca d’Aosta 59 a Bolzano, tel. 0471.414001. Esso sarà inoltre distribuito presso uffici pubblici e luoghi di ritrovo.

MC


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