Giornata dell’Autonomia 2014

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Convegno a Bolzano dell'Assemblea delle regioni vitivinicole europee

Il direttivo dell'AREV, Assemblea delle regioni vitivinicole europee, si è riunito quest'oggi nel cortile interno di Palazzo Widmann. Insieme agli altri membri dell'organo internazionale, il presidente Luis Durnwalder, che presiede l'AREV, ha concordato i punti da sottoporre tra una settimana all'attenzione della commissaria europea per l'Agricoltura, Mariann Fischer Boel. In vista c'è infatti la rielaborazione dell'ordinamento del mercato della UE.

Luis Durnwalder ha guidato la riunione del direttivo AREV. Vicino a lui, il segretario Herbert Dorfmann. (foto: USP/Pertl)

In veste di presidente dell’AREV (Assemblèe des Règions Europèennes Viticoles), Assemblea delle regioni vitivinicole europee, il prossimo 22 settembre il presidente della Provincia autonoma di Bolzano Luis Durnwalder incontrerà la commissaria europea per l’Agricoltura Mariann Fischer Boel. L’incontro sarà occasione per presentare alle autorità comunitarie le aspettative delle regioni vitivinicole in vista della rielaborazione dell’ordinamento del mercato europeo, prevista per la prossima primavera.

Allo scopo di concordare una posizione comune, il direttivo dell’AREV si è riunito quest’oggi a Bolzano, nel cortile interno di Palazzo Widmann, per discutere tra l’altro della limitazione dei diritti di impianto, delle denominazioni di origine e dei diversi meccanismi di regolazione del mercato. “Per molte regioni dell’AREV, ed anche per l’Alto Adige”, spiega Durnwalder, “è importante che vengano mantenute le limitazioni ai diritti di impianto, perché altrimenti si toglierebbe un meccanismo di tutela di piccole aree vitivinicole, che verrebbero schiacciate dalla concorrenza con grandi aree produttive”.

Per quanto riguarda la denominazione di origine, secondo il presidente Luis Durnwalder “gli USA la vogliono abolire, tutelando a livello mondiale i marchi da loro utilizzati. Per noi questo non è accettabile: le denominazioni di origine protette fanno parte della nostra cultura vitivinicola, e sono un importante mezzo per posizionare i vini sul mercato mondiale. I contadini hanno diritto a questa tutela, e l’UE si deve impegnare per questo. Inoltre, questa etichetta rappresenta per il consumatore la garanzia di rintracciabilità del prodotto”.

I rappresentanti dell’AREV hanno poi discusso, nell’ambito dei meccanismi di regolazione del mercato, dell’abbattimento di eccedenze produttive tramite distillazione e dell’opportunità di permettere l’uso di concentrato di mosto d’uva o di zucchero nella preparazione del vino. Se i rappresentanti delle regioni del Nord sono favorevoli all’uso dello zucchero, quelli delle regioni europee meridionali si sono espressi invece per un utilizzo esclusivo del concentrato di mosto d’uva. Alla fine, c’è stato accordo sull’utilizzo anche in futuro delle norme attuali.

Riguardo alle modalità di preparazione del vino, il direttivo si è dimostrato invece compatto nel sancire la necessità di mantenere le forme tradizionali di lavorazione dell’uva. Secondo Durnwalder, “l’accordo previsto tra UE ed USA prevede il riconoscimento reciproco dei procedimenti enologici. Ma poiché negli Stati Uniti é consentito anche l’uso di aromi, c’è il rischio che a breve anche in Europa si beva vino che ha poco a che fare con la genuinità del nostro prodotto locale”.

L’AREV è stata fondata nel 1988 allo scopo di tutelare gli interessi comuni di 68 regioni vitivinicole europee. Per dare una maggiore visibilità e potere contrattuale all’assemblea, è stato deciso che l’incarico di presidente venga ricoperto da uno dei capi di governo regionali. Luis Durnwalder è stato nominato presidente lo scorso giugno ad Aosta, mentre il direttore del Bauernbund altoatesino, Herbert Dorfmann, svolge le funzioni di segretario.

MC

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