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Influenza aviare: rischio ridotto per l’Alto Adige

Gli esperti ed in particolare il direttore del Servizio veterinario provinciale, dott. Paolo Zambotto ritengono ridotto il rischio che l’influenza aviare possa giungere in Alto Adige. Analoga la posizione dell’assessore provinciale all’agricoltura, Hans Berger. Resta comunque alta l’attenzione in questo settore.

Il direttore del Servizio veterinario provinciale, dott. Paolo Zambotto, prende posizione con un promemoria riguardo all’ipotetico rischio di diffusione dell’influenza aviare anche nella nostra provincia.

Il responsabile del Servizio veterinario ritiene che nel complesso non vi siano motivi di allarme per la popolazione per una serie di fattori e di considerazioni esposte in maniera chiara ed autorevole nel testo che alleghiamo nella sua forma integrale.

Sostanzialmente l’attuale influenza aviare proveniente dal sud-est asiatico è sostenuta da un virus diverso da quelli circolati nel passato nelle popolazioni animali ed umane. Questo virus è passato dai volatili all’uomo, per ora solo nei paesi asiatici, ma solo nel caso in cui esisteva una stretta convivenza fra uomo e volatili e comunque in casi sporadici.

Secondo un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità risalente a luglio 2005 esistono soltanto due casi di passaggio interumano documentati di questo virus avvenuti per l’appunto nel sud-est asiatico. Le analogie che spesso vengono fatte tra l’influenza spagnola, rileva inoltre il dott. Zambotto, non tengono conto del fatto che nel frattempo sono disponibili antibiotici, vaccini e farmaci antivirali che nel 1918 ancora non esistevano.

L’assessore all’agricoltura, Hans Berger, pone quindi l’accento sul fatto che “Il rischio di un contagio è limitato da tutta una serie di norme e di controlli adottati sia a livello nazionale che locale per monitorare l’eventuale presenza di virus di influenza aviare sul territorio nazionale. In provincia di Bolzano vi sono solamente 90 allevamenti registrati per la produzione di galline ovaiole di cui più di un terzo al di sotto dei 250 volatili.

I controlli svolti in provincia di Bolzano in tutti gli anni passati non hanno mai fatto registrare la presenza del virus dell’influenza aviare nemmeno quando questo aveva colpito nel 1999/2001 il nord-est dell’Italia e dove i focolai epidemici più vicini erano in provincia di Verona, quindi a circa 150 km dalla nostra provincia, a dimostrazione dell’efficacia dei provvedimenti restrittivi a suo tempo adottati dal servizio veterinario provinciale”.

Il documento elaborato dal Servizio veterinario provinciale si conclude affermando che “Al momento la probabilità di introduzione dell’influenza aviare nel territorio provinciale è ridotta e non tale da giustificare provvedimenti più restrittivi rispetto a quanto già adottato a livello nazionale, anche per le zone dove l’avicoltura rappresenta una delle attività principali”.

Allegato: testo integrale del documento del dott. Paolo Zambotto, Direttore del Servizio veterinario provinciale

FG

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