Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Durnwalder sulla fine della Guerra il 2 maggio di sessant’anni fa

Il 2 maggio 1945 alle 14 le forze tedesche nel Norditalia capitolavano. Le condizioni dell’armistizio furono trattate a Bolzano. Nell'anniversario dei sessant’anni dalla fine della guerra il presidente della Provincia Luis Durnwalder interviene con una nota invitando tra l’altro “a non dimenticare mai che la libertà e la pace purtroppo non sono due condizioni naturali. Sforziamoci pertanto, nel rapporto con i nostri concittadini, di difendere e promuovere i valori fondanti della tolleranza, della giustizia, dell’uguaglianza e della solidarietà.”

La fine della Seconda guerra mondiale in Alto Adige è databile 2 maggio 1945. Alle 14 a Bolzano, nel Palazzo di via Duca d’Aosta, gli Alleati trattarono la resa con la Wehrmacht e le SS. “Quegli anni bui – sottolinea il presidente Durnwalder – richiesero un pesante tributo anche all’Alto Adige: dal 1939 oltre 26mila sudtirolesi furono arruolati nella Wehrmacht e nelle SS, volontariamente o con reclutamento obbligatorio. Altri entrarono nell’Esercito italiano. Combatterono su tutti i fronti, 8.400 non tornarono più. Ma il bilancio fu ancora più pesante: le dittature nazifasciste assassinarono 350 persone disabili, 60 membri della Comunità ebraica di Merano morirono nei campi di concentramento, numerosi altoatesini furono rinchiusi e deportati per motivi politici e dovettero pagare la prigionia con la vita. A centinaia rimasero uccisi sotto le bombe degli Alleati.”

Durnwalder ricorda ancora che, segnati della Guerra e spesso in possesso soltanto della propria vita, gli altoatesini si impegnarono a fondo nella ricostruzione della loro terra. “Oggi, dopo sessant’anni, l’Alto Adige è una regione pacificata e solidale, grazie in primo luogo al sudore e alle rinunce della generazione cresciuta con la guerra. Ma il lavoro più faticoso – nota il Presidente della Provincia – non fu lo sgombero delle macerie e la demolizione delle rovine, quanto invece quello di porre le fondamenta per una nuova società. Questo processo durò diversi decenni e non fu esente da ingiustizie e violenza. Ma oggi su quelle fondamenta poggia la Casa dell’Alto Adige costruita secondo i progetti dello Statuto di autonomia del 1972. Un edifico saldo, nel quale convivono concittadini di lingua italiana, tedesca e ladina.”

La Provincia autonoma di Bolzano ha voluto mantenere vivo il ricordo di quell’epoca storica organizzando una serie di manifestazioni, dal significativo titolo “Ritorno alla vita”, che si sviluppano sino ad ottobre in collaborazione con Comuni, istituzioni e associazioni. “Sessant’anni fa è davvero iniziata una nuova vita – conclude Durnwalder – con la restituzione del bene prezioso della libertà. Anche noi altoatesini non dobbiamo mai dimenticare che la libertà e la pace purtroppo non sono due condizioni naturali. Sforziamoci pertanto, nel rapporto con i nostri concittadini, di difendere e promuovere i valori fondanti della tolleranza, della giustizia, dell’uguaglianza e della solidarietà.”

pf


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