Buone pratiche per l'integrazione in Alto Adige

Già da diversi anni sono presenti sul territorio provinciale azioni e progetti a livello locale a favore dell’integrazione sociale, lavorativa e culturale delle persone migranti che hanno deciso di stabilirsi in Alto Adige. In questa sezione vengono presentate alcune buone pratiche con l'obiettivo di valorizzare le esperienze attraverso la condivisione, affinché possano essere replicate o fungere da spunto in altri contesti territoriali.

Il Servizio di coordinamento per l’integrazione fornisce un sostegno finanziario e informativo alle organizzazioni che intendono avviare azioni e progetti finalizzati all’integrazione dei nuovi cittadini e delle nuove cittadine e alla sensibilizzazione della popolazione autoctona.

Altri esempi di buona pratica sono presenti alla pagina "Migrazione e alfabetizzazione" e alla pagina della Commissione Europea.

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Illustrato all’assessora Stocker il progetto di “Ospedale plurale”

L’assessora Stocker ha incontrato una commissione composta dalla presidente della Consulta degli immigrati Paola Carbajal Sanchez, il segretario del Giardino delle Religioni Giorgio Nesler, il consigliere del Quartiere Oltrisarco-Aslago Alessandro Matera, i rappresentanti dell'Associazione “Pace” Zaheer Zafar e Mahmood Adnan sul progetto di una sala “multireligiosa” nel nuovo ospedale di Bolzano.

L'assessora Martha Stocker con la delegazione che ha illlustrato il progetto di "Ospedale plurale"

Nel corso dell'incontro tra l'assessora provinciale Martha Stocker ed i proponenti del progetto "Ospedale plurale", sono stati toccati alcuni punti riguardanti la salute come concetto che comprende anche il benessere psicologico e relazionale dell'individuo che considera la complessità della dimensione spirituale, esistenziale e morale della salute.

La dimensione spirituale che nel momento della malattia e ancor più con l'avvicinarsi della morte s'intensificano facendo emergere in modo più intenso ed urgente sentimenti profondi come paura, rabbia, tensione e smarrimento.

Nel nostro territorio negli ultimi anni è sensibilmente aumentato il numero di persone appartenenti a confessioni religiose diverse da quella cattolica, così come il numero di persone non appartenenti ad alcuna confessione, questo fenomeno si riflette anche nella composizione delle persone ricoverate nella struttura ospedaliera.

Il progetto "Ospedale plurale" sostiene, tra l'altro, la creazione di uno spazio di preghiera, meditazione e di raccoglimento aperto a tutte le religioni per vivere, secondo le proprie convinzioni religiose e spirituali profonde, i momenti più importanti della vita del paziente ricoverato, siano essi di dolore o di gioia. In questo modo si vuole dar vita ad un modello di accoglienza, particolarmente attento agli aspetti relazionali ed alle differenze culturali e confessionali.

L'assessora Stocker nel corso del colloquio ha sottolineato l'importanza di una sala "multireligiosa" nel nuovo ospedale di Bolzano per favorire la conoscenza reciproca di culture, tradizioni e sistemi sociali, in una prospettiva di interscambio e di arricchimento reciproco.

L'assessora ha altresì assicurato che la proposta dell'"Ospedale plurale" sarà presa in considerazione nel corso della definizione degli spazi futuri del nuovo ospedale.  

FG

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