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Natura viva n.1 (Muri I)

Opera priva di elementi figurativi riconoscibili, di derivazione informale, in cui predominano campiture di bianco.
Opera firmata in basso a destra, inserita in ampia cornice dal bordo ligneo.
Applicata sulla cornice in basso a sinistra un'etichetta adesiva dattiloscritta riportante: " Tullia Socin + Natura viva n.1".

Denominazione oggetto:
dipinto
Numero d'inventario:
D-013
Autore:
Socin, Tullia
Data:
1963
Tecnica:
dipinto (guazzo)
Istituzione:
Fondazione Socin
Dimensioni:
altezza 59 cm, larghezza 50 cm, con cornice altezza 80 cm, con cornice larghezza 71.5 cm
Note storico-critiche:
"Natura viva n. 1" appartiene a un ciclo realizzato da Tullia Socin, tra il 1963 e il 1965, a partire dall'utilizzo di un blocco di superficie muraria, L'opera è stata esposta alla "Rassegna di arte contemporanea" di Saint Vincent nel 1964 e, l'anno successivo, alla monografica dell'artista al Chiostro dei Domenicani di Bolzano. In questa occasione la recensione proposta su "L'Adige" riporta: "Anche la materia apparentemente immobile è percorsa da fremiti di vitalità, che si possono esprimere con le infinite combinazioni dei colori e col gioco delle sfumature e delle tonalità. Del resto i titoli stessi dei quadri appalesano gli intendimenti della pittrice: 'Natura viva, 'Natura vibrante', 'Irruenza' [...]. Non c'è segno di stasi, tutto scorre. Così una roccia non è un inerte composto di elementi chimici, ma una forma viva, che può sprigionare una forza, un dinamismo che l'artista deve saper interpretare e rappresentare". Il riferimento fondamentale a cui Tullia Socin guarda è Jean Fautrier, come emerge dalla presenza nella sua biblioteca del volume curato da Palma Bucarelli nel 1960, corredato da un apparato fotografico che illustra il procedimento adottato dall'artista francese nella realizzazione delle sue opere. Per quanto questo risulti sostanzialmente differente da quello della pittrice - Fautrier applica l'impasto fresco sul disegno tracciato e aggiunge quindi polveri in modo tale che si fissino a esso, mentre Tullia Socin in questo caso agisce direttamente sulla superficie del muro - "natura viva" mostra chiaramente il recupero degli "Otages". L'attenzione per l'artista francese emerge inoltre in altre opere di questo periodo, come ad esempio in "Fluido" che riprende puntualmente "Stries du couleurs" del 1959, pubblicato nel già menzionato volume del 1960. (A. Zinelli, G. Tamassia, "Tullia Socin Enrico Carmassi", Milano: Skira, 2017)

 

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