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More than meets the eye

Scritta al neon rossa in stampatello maiuscolo su parete:
"MORE
THAN
MEETS
THE
EYE".

Denominazione oggetto:
installazione
Numero d'inventario:
1705
Autore:
Nannucci, Maurizio
Collezione:
Collezione Museion
Data:
1987 - 2000
Materiale:
vetro, neon, luce
Tecnica:
montato
Istituzione:
Fondazione MUSEION. Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano
Dimensioni:
opera (totale) altezza 294 cm, opera (totale) larghezza 244 cm, altezza 55 cm, ... larghezza 50 cm, O;R;E;T;H;A;N;S;H;Y altezza 45 cm, larghezza 50 cm
Parola chiave:
Opera di luce
Note storico-critiche:
"La scritta al neon 'More than meets the eye' realizzata da Maurizio Nannucci nel 2000 per la collezione del Museo d'arte Moderna di Bolzano è una delle varianti della frase formulate per la prima volta nel 1987 ed esposta in vari luoghi e situazioni. Già a partire dai primi anni '60 Nannucci adotta il linguaggio verbale come strumento di espressione artistica per le sue qualità acustiche ed effimere oltre che visive. Infatti, è nel linguaggio che si manifesta la dicotomia tra il segno visibile e la parola effimera, tra la visibilità della parola scritta e l'astrattezza del suo significato. Egli si serve della macchina da scrivere per i suoi dattilogrammi, scrive col dito sull'acqua, fa volare la frase 'Image du ciel' in coda ad un aeroplano, registra singole parole pronunciate da passanti e le assembla poi in poesie sonore. Per documentare l'avvenuta realizzazione di opere effimere, si serve di media come la fotografia, il film, il video, il computer. Questa molteplicità di mezzi utilizzati rende il suo eclettico lavoro difficilmente ascrivibile ad un ambito preciso anche se è evidente la sua forte componente concettuale. A partire dal 1967 l'artista adotta la tecnica della scritta al neon colorato per enunciare singole parole o frasi lapidarie. Le singole parole descrivono tautologicamente ciò che si vede: col neon rosso Nannucci scrive la parole 'rosso' e con il neon blu la parola 'blu' in riferimento all'atto della percezione e della lettura del fruitore-lettore. In altri casi, come nelle opere TEXT, ART, LIGHT egli sovrappone in un quadrato immaginario singole lettere di neon di diversi colori. Quando l'artista scrive frasi intere, si tratta invece di astratte enunciazioni enigmatiche, paradossali, il cui significato rimane aperto, come nel caso di 'More than meets the eye'."
(testo tratto dalla mostra "Stanze", Museion, Bolzano 15.09.2000 - 07.01.2001)

 

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