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L’ottava sfera

Opera realizzata con colori spray su tela.
Su sfondo ocra: cerchio rosso leggermente quadrettato di nero con all'interno un ramo con foglie.

Denominazione oggetto:
dipinto
Numero d'inventario:
1548
Autore:
Mattei, Beatrice
Collezione:
Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige
Data:
1996
Materiale:
colore, tela
Tecnica:
spruzzato
Istituzione:
Fondazione MUSEION. Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano
Dimensioni:
opera altezza 100 cm, opera larghezza 100 cm, cornice altezza 101 cm, cornice larghezza 101 cm, cornice profondità 2.5 cm
Note storico-critiche:
"L'espressione artistica del nostro tempo si allontana sempre di più dai rigidi schematismi e cerca nel privato, nell'intimo, nel personale e ancora nell'astratto, nel concettuale la propria, individuale, personalizzazione stilistica. Per Beatrice Mattei è la natura, attraverso le sue straordinarie manifestazioni quali il fiore, la foglia, la pianta, a giocare un ruolo assolutamente essenziale. In questi simboli è la sintesi del suo messaggio; grazie ad essi ella riesce ad esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni e, al tempo stesso, il proprio stile, la propria maturità: un gioco di alternanze in una festa di effetti ottico-cromatici che si accompagnano a più forme in movimento.
A ciò si aggiunge la particolare sicurezza nella stesura dei colori che Beatrice sa rendere con grande intuizione, con esperienza ma anche con scrupolosità ed autocontrollo.
Beatrice Mattei crea le sue opere, spesso di grande formato, con intimo raccoglimento e concentrazione ed al tempo stesso rappresenta se' stessa in immagini della natura, in quadri naturistici che simboleggiano il regolare ripetersi delle stagioni, che fanno sentire il respiro della creazione, il suo ordine interno, l'eterno divenire senza mai apparire insistenti, drammatici o troppo espressivi.
L'artista, che partecipa attivamente già da diversi anni alla vita dei circuiti espositivi, ha ora trovato il proprio linguaggio simbolico e sempre meglio le riesce di dominare il grande formato, di avere in pugno il vasto mondo della natura attraverso profonda spazialità ed articolata ritmicità, di appropriarsi, con svariatezza, di una sua personale tavolozza cromatica." (Josef Unterer, Aprile 1997)

 

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