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Sincerità (o verità)

Donna nuda seduta su una poltrona, sotto di sé il vestito blu-rosso, le gambe leggermente divaricate, con scarpe a tacchi, una mano appoggiata sulla poltrona, una mano sulla coscia. Vedi anche la figura "Sincerità" di bronzo (n° d'inv. 157741).

Denominazione oggetto:
plastica
Numero d'inventario:
157734
Autore:
Muss, Guido Anton
Collezione:
Guido Anton Muss
Data:
1979
Materiale:
tiglio
Tecnica:
intagliato, dipinto
Istituzione:
Ufficio provinciale Patrimonio
Dimensioni:
altezza 60 cm
Parola chiave:
figurativo
Note storico-critiche:
La Verità
“Nuda veritas”: così il Rinascimento ha proposto l’immagine allegorica della Verità, contrapponendola agli abiti vaporosi e ricchi di fronzoli, ai gioelli e alle complicate acconciature delle donne che incarnavano invece l’opposta allegoria, quella della “Vanitas”. La verità basta a se stessa infatti, ed è paga della propria semplicità, ed è necessariamente donna perché la grammatica la definisce di genere femminile.
L’artista la pone accovacciata su uno scranno mosso dal panneggio colorato di un panno, con le gambe aperte che permettono di scorgere, quasi con pudicizia, l’ovale della “Vesica Piscis” attraverso cui passa la vita.
Scolpita nel legno d’abete si offre addolcita nelle ombre degli incavi che ne rivelano con delicatezza il chiarore che scorre e permea di sé i pieni appena disegnati.
(Danila Serafini, in: Guido Anton Muss, L’autra mesa pert, Die andere Hälfte, l’altra metà, Catalogo per la mostra temporanea, settembre-ottobre 2002, Museum Ladin – Ćiastel de Tor, San Martino in Val Badia, p. 28)

 

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