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Disegni a matita, penna a sfera e matite colorate su carte diverse (collage).

Denominazione oggetto:
grafica
Numero d'inventario:
2440
Autore:
Knapp, Hans
Collezione:
Collezione Museion
Data:
1995
Materiale:
matita, matita colorata, penna a sfera, nastro adesivo, carta
Tecnica:
disegnato, scritto, incollato (Collage)
Istituzione:
Fondazione MUSEION. Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano
Dimensioni:
disegni (riquadro) altezza 53.5 cm, disegni (riquadro) larghezza 38 cm, cornice altezza 73 cm, cornice larghezza 57 cm, cornice profondità 1.2 cm
Note storico-critiche:
Nella sua pratica artistica, Hans Knapp si concentra sui lavori a matita che sono a metà strada fra improvvisazione e sperimentazione consapevole. Migliaia di sequenze di immagini e miniature si presentano come fossero annotazioni di un diario scritto giorno per giorno. Gli scenari disegnati sono espressione di un’indagine ontologica ed il rapportarsi con la realtà esterna: critici, analitici, ma anche sottili nell’umorismo e pieni di allusioni. Gli ambienti architettonici e gli elementi scenici mobili costituiscono un leitmotiv, come in questo caso lo stretto cortile interno dominato da una grande colonna. La colonna ha una bocca aperta e sembra rivolgersi a noi. Un’allusione - come suggerisce l’artista nel titolo - a quel sentimento contraddittorio “di essere intesi” che c’è in noi?
(Marion Piffer Damiani, in „Arbeiten. Lavori in corso II”, Bolzano 2020, p. 112)

Hans Knapp assembla i disegni in un unico grande foglio secondo una logica particolare che non simula mai una storia vera e propria, ma tanti racconti possibili. La cifra caratteristica del suo lavoro risiede nella pratica quotidiana, continua e ossessiva del disegno e dei collage, un dialogo interno, visto come espressione primaria che lo accompagna da tutta una vita. Nei disegni giocano un ruolo rilevante le architetture, spazi costruiti per una funzione X che è solo possibile ipotizzare, ma anche i ricordi e le sensazioni che l’artista porta con sé sin dall’infanzia, poiché la sua arte è in effetti una sorta di diario inconscio scritto giorno per giorno. I collage assumono un valore e un'importanza particolare nel lavoro dell’artista, ciò per il fatto che sono realizzati non con stampe o immagini trovate, come avviene solitamente, bensì con soggetti tratti da disegni da egli stesso precedentemente realizzati. Knapp agisce come a liberare i soggetti dal loro ruolo e rimetterli in gioco, ne rinnova la funzione e la stessa visione, cerca di fissare qualcosa di sempre sfuggente. Il disegno è la tecnica attraverso cui Knapp informa un pensiero sempre volto alla riflessione filosofica e tramite cui affronta le grandi tematiche dell'esistenza umana. È la maniera attraverso cui esprime un approccio creativo essenzialmente intellettuale.
(Valerio Dehò, Kunst Meran/o arte, 2014)

L’osservatore si trova in una stretta corte interna delimitata da mura di cinta circolari. Al centro una grande colonna. Sulla sinistra del quadro un elemento, forse il particolare di un cancello. Nei disegni questa situazione architettonica viene modificata solo minimamente e, per quanto ricordo, questa disposizione era tale fin dall’inizio. Riesco ad immaginare di definire questa struttura in un disegno con la precisione che consentirebbe di costruirla.
Il punto di vista dell’osservatore è stato scelto in maniera tale da rendere visibili elementi dell’ambiente circostante a destra della colonna e sopra il muro circolare. Per questa parte ho fatto numerosi tentativi ed elaborazioni. Non era la ricerca del risultato ‘giusto‘, ma ciò nonostante ‘non tutto è possibile’ perché - ‘fuori’ ci sono tanti mondi diversi, ma non tutti sono adatti per trasmettere l’atmosfera della rappresentazione.
- e ciò che viene inserito in alto a destra del quadro deve avere delle forme che si adattano alle altre forme già presenti.
A un certo punto mi hanno chiesto quale fosse il titolo dell’opera. Mi è venuto in mente il canone “Froh zu sein bedarf es wenig …” (Per essere contenti ci vuole poco …) ed ho scelto questo come titolo.
La colonna ha una bocca aperta in procinto di cantare e io ora le metto in bocca queste parole. Il canone, sappiamo, continua con: “… und wer froh ist, der ist König.” (… e chi è contento è un re.)
E poiché la colonna che canta non ha né orecchie per sentire, né occhi per vedere, dobbiamo presumere che non riesca a percepire se intoniamo o non intoniamo il canone.
Ogni osservatore decida come meglio crede con quale canto la colonna gli parla.
(Hans Knapp, 2014)

 

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