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Lotta Poetica

Foglio di carta da lettere entro cornice trasparente su entrambi i lati con l'intestazione in stampatello maiuscolo color oro: "LOTTA POETICA".
Sotto, la scritta a pennarello nero in corsivo: "More than Mail / art". Al centro un collage composto da una busta affrancata con francobolli italiani (parzialmente ritagliati) e timbrata (timbro postale): "SCANDICCI (FI) / 7.-5.84". La lettera è indirizzata a: "Alain Arias-Misson / p.o.box 24 / Clarksburg / New Jersey 08510 / U.S.A.". Accanto alla busta, sulla sinistra, un'immagine di un atleta (salto in lungo) ritagliato da un francobollo.
A piè di pagina si trova la scritta stampata: "LOTTA POETICA villa colleoni 7 37031 ILLASI - Verona Italy 045/7834304".

Denominazione oggetto:
grafica
Numero d'inventario:
ANS373
Autore:
Arias-Misson, Alain
Collezione:
Archivio di Nuova Scrittura, Collezione Museion
Data:
1989
Materiale:
carta
Tecnica:
scritto, incollato (Collage), stampato
Istituzione:
Fondazione MUSEION. Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano
Dimensioni:
cornice altezza 40.2 cm, cornice larghezza 31.5 cm, cornice profondità 2 cm, opera altezza 29.2 cm, opera larghezza 20.5 cm
Parola chiave:
Mail Art
Note storico-critiche:
Nel giugno del 1971 uscì il primo numero di Lotta Poetica, una rivista mensile multilingue di poesia e arte d’avanguardia nata dal sodalizio tra l’artista italiano Sarenco (Isaia Mabellini) e l’artista belga Paul De Vree. La rivista, uscita in tre serie (fino al 1987), doveva essere espressione del movimento internazionale di Poesia Visiva mostrandone i protagonisti, le opere, le mostre e le ricerche. Già al primo numero parteciparono, come redattori e redattrici corrispondenti, numerosi artisti e artiste, poeti e poetesse europei ed europee, ma anche del Nord e Sud America e Giappone. Il titolo scelto dalla rivista doveva rendere testimonianza dell’attività di denuncia e di lotta poetico/politica ingaggiata dal gruppo direzionale della rivista contro l’arte istituzionalizzata e le operazioni di mercato mascherate da operazioni culturali. Per finanziare la rivista, Sarenco inviava agli artisti e alle artiste una lettera con un foglio bianco intestato chiedendo di intervenire e poi di rimandare i vari contributi.

 

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