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terra

Serigrafia su carta con la parola "terra" scomposta in sillabe ed in lettere e ripetuta. L'insieme delle parole forma graficamente un rettangolo con diagonale.

Dalla cartella "Noigandres 4 - poesia concreta", IRWA industria grafica, São Paulo, 1958.

Denominazione oggetto:
grafica
Numero d'inventario:
ANS923
Autore:
Pignatari, Décio
Collezione:
Archivio di Nuova Scrittura, Collezione Museion
Data:
1958
Materiale:
carta
Tecnica:
stampato (serigrafia)
Istituzione:
Fondazione MUSEION. Museo d'arte moderna e contemporanea Bolzano
Dimensioni:
foglio altezza 35 cm, foglio larghezza 26 cm, cornice altezza 53 cm, cornice larghezza 53 cm, cornice profondità 3 cm
Parola chiave:
Poesia Concreta
Note storico-critiche:
"[...] tra gli altri protagonisti della prima poesia concreta vanno ricordati i rappresentanti del gruppo dei brasiliani Noigandres, riuniti attorno ai fratelli de Campos, e lo svizzero Eugen Gomringer. Senza volersi addentrare nella controversia circa eventuali primogeniture, si può affermare che proprio qui si collocano gli inizi di quanto è definito poesia concreta, rifacendosi in parte alle sperimentazioni degli anni trenta. I poeti concreti degli anni cinquanta avevano potuto riprendere le esperienze dei futuristi che, con le parole in libertà di Marinetti, enunciate nel 1912 nel suo Manifesto tecnico della letteratura futurista, avevano svolto un importante lavoro preparatorio in tal senso. […]
Il linguaggio delle poesia non deve quindi più essere uno strumento per indicare qualcosa d'altro, oggetti, pensieri, sentimenti, accadimenti della vita ed elementi della realtà, piuttosto, deve collocarsi al centro, ponendosi come tema. Per superare le convenzioni della poesia in senso tradizionale, i concreti prendono spesso le mosse da elementi minimi del linguaggio scritto e parlato, dalla singola parola o addirittura dalla singola lettera, indagandone significato, suono e valenza visuale. Al posto della sintassi consueta subentra quella che si può definire 'sintassi della superficie', dove gli elementi del linguaggio sono distribuiti topograficamente sulla pagina e posti in relazione tra loro in vario modo: isolati, ripetuti in serie, variati, addensati tra loro. L'andamento lineare della lettura da sinistra a destra e dall'alto verso il basso è scardinato. L'occhio si muove liberamente sulla pagina indagando le varie possibilità combinatorie. Così facendo si entra chiaramente nel territorio dell'arte figurativa, che per sua natura si sviluppa in superficie. [...]
La poesia terra del 1956 utilizza un'unica parola, appunto 'terra': essa viene ripetuta più volte sulla superficie di un rettangolo in verticale e sottoposta a una serie di divisioni e permutazioni. Si genera così una forma geometrica complessa, che tematizza non da ultimo anche l'operazione di tracciare confini geografici e politici."
(Hapkemeyer, Andreas "Poesia Concreta" in: La parola nell'arte, MART, Skira, Milano 2007, pag. 235-237)

 

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