Transhumanz
Oggetto, coperta di lana con fodera di cotone in Blaudruck (tintura di blu indaco) e ricamo, Ed. 1/6. L’opera fece parte del progetto artistico “Bivacco” presentato nell’ambito della 58° Biennale d’Arte 2019 all’Isola di San Servolo a Venezia con la partecipazione di sette artisti altoatesini: Jacopo Candotti, Nicolò Degiorgis, Hannes Egger, Julia Frank, Simon Perathoner, Leander Schönweger, Maria Walcher.
- Denominazione oggetto:
- tessuto
- Numero d'inventario:
- 263400
- Autore:
- Walcher, Maria
- Collezione:
- Acquisto di opere d'arte, Ripartizione Cultura Tedesca
- Data:
- 2018
- Materiale:
- lana, cotone
- Tecnica:
- stampato, ricamato
- Istituzione:
- Ufficio provinciale Patrimonio
- Dimensioni:
- altezza 140 cm, larghezza 150 cm
- Parola chiave:
- astratto, installazione
- Note storico-critiche:
-
L’opera fece parte della mostra collettiva “Bivacco”, organizzata dall’associazione Art in the Alps all’Isola di San Servolo a Venezia come contributo della Regione Trentino-Alto Adige per l’Italia alla 58a Biennale di Venezia 2019. La mostra collettiva è stata curata da Christiane Rekade e Hannes Egger e presentata in un bivacco dismesso nominato „Günther Messner“, trasportato all’isola.
Nell’opera “Transhumanz” (2018), Walcher interseca e sovrappone le secolari vie di transumanza nelle Alpi (la tradizionale tecnica pastorale che prevede la migrazione delle greggi) con le principali rotte che nel 2015 sono state utilizzate dai migranti per giungere in Europa. Sulla fodera interna di una coperta di lana, tinta di blu indaco secondo l’antica tecnica del “Blaudruck”, l’artista altoatesina imprime di bianco le moderne vie di fuga, mentre ricama con un filo rosso i percorsi della transumanza, così da renderli visibili su entrambi lati. Due tracciati apparentemente distanti, per luoghi e circostanze, eppure strettamente connessi dall’esigenza umana di trovare una via per la sopravvivenza. Liberati dal rigido disegno floreale tipico del “Blaudruck”, i delicati segni bianchi richiamano alla mente le linee di una immaginaria costellazione, strumento di orientamento e simbolo di speranza. La coperta, progettata per essere appesa, assume qui un carattere plastico che enfatizza il suo valore di dispositivo di protezione e luogo di rifugio. (Magalì Cappellaro)
In questo lavoro Walcher mette insieme i sentieri trans-frontalieri, che i pastori percorrono da secoli per portare le pecore agli alpeggi, con le vie di fuga dei migranti in Europa. Con tecnica tradizionale, l’artista stampa in blu i percorsi dei migranti sulle fodere di cotone delle coperte di lana; a mano, invece, ricama i sentieri delle pecore. Con queste linee crea una specie di costellazione che, per alpinisti, pastori e persone in fuga, può rappresentare sia un punto di orientamento che un simbolo di speranza. (In: Bivacco, catalogo della mostra, 2019)
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