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Bambina con bambola

Giovane madre o bambina con trecce in piedi, tiene una bambina o una bambola nel braccio sinistro. In basso a destra firmato e datato con pennello e colore nero in stampatello: "G. Javorski / 1962".

Denominazione oggetto:
dipinto
Numero d'inventario:
26970003
Autore:
Javorsky, Gina
Collezione:
Economato
Data:
1962
Materiale:
colore ad olio, tela, legno
Tecnica:
dipinto
Istituzione:
Ufficio provinciale Patrimonio
Dimensioni:
dipinto altezza 65 cm, larghezza 39 cm, profondità 1 cm, con cornice altezza 87 cm, larghezza 54 cm, profondità 3.5 cm, peso 2 kg
Parola chiave:
figurativo
Note storico-critiche:
L’eredità da valorizzare di Gina Jaworskj,
La sorella Olga ricorda la pittrice bolzanina che ha insegnato disegno a generazioni di studenti.
[...] Partita da Colle di Santa Lucia, in provincia di Belluno, aveva lasciato la famiglia per coltivare la sua passione. Dopo aver conseguito la maturità artistica presso l’Accademia di Venezia aveva iniziato ad esporre nel 1952 in varie mostre personali a Bolzano, Merano, Trento, Rovereto, Cortina ma anche a Milano, Roma, Pescara, Venezia e Brescia.
La perseveranza ed il talento portarono poi la pittrice a partecipare a numerose manifestazioni collettive nazionali e internazionali tra le quali Premio Italia (1960), Premio Internazionale di Bolzano riservato alle pittrici (1951 e 1954), Biennale di Bolzano (1967), Premio Garzanti a Forlì (1960), Premio Michetti (1962), Premio Sironi a Napoli (1974) e alle diverse edizioni del premio Segantini ottenendo premi e segnalazioni nonché il favore della critica più qualificata.
Se può risultare facile raccontare la carriera dell’artista, disegnare un ritratto all’altezza della sua vita e della sua arte appare più difficile. Il modo migliore è quello di riviverla attraverso gli occhi e le parole della sorella: «Gina amava dipingere la sua terra, la neve, l’azzurro, le cime delle Dolomiti. Ma aveva una passione per i fiori e per le bambine. E per le bambine che accarezzavano i fiori».
I suoi acquarelli riescono a colpire ancora oggi l’osservatore, portandolo in una realtà fuori dal tempo, ma in un costante rapporto natura-infanzia. [...] (Valentina Meotto, L’eredità da valorizzare di Gina Jaworskj, in: Alto Adige, 22.03.2018)

 

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