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In aula il ddl sull'ordinamento del personale: i punti centrali
Il disegno di legge sull’ordinamento del personale della Provincia è trattato da domani (giovedì 7) in Consiglio provinciale. "Il nuovo ordinamento è solo uno, benché importante, dei tasselli dell’innovazione amministrativa che prepara la PA alle sfide del futuro”, sottolinea l’assessora Waltraud Deeg ricordando che il nucleo delle norme vigenti sul personale risale al 1972.
"Come amministrazione pubblica siamo a disposizione dei cittadini per offrire i nostri servizi andando incontro il più possibile alle loro esigenze - sottolinea l'assessora Deeg - anche tramite le novità tecniche, le modifiche normative, l'utilizzo di nuovi potenziali innovativi." L'assessora giudica una parte importante del processo "Innovazione amministrativa 2018" il nuovo ddl sull'ordinamento del personale della Provincia in discussione da domani in Consiglio provinciale. Si tratta di un testo unitario che elimina diverse norme e ne introduce di nuove. Il riordino riguarda circa 30mila dipendenti pubblici, a cominciare dal personale dell'amministrazione provinciale fino all'Azienda sanitaria, alle scuole e all'IPES.
Il nuovo testo tiene conto tanto della privatizzazione a livello nazionale del diritto del lavoro pubblico negli anni Novanta quanto delle recenti novità sul piano statale. "I nostri sforzi sono in particolare rivolti a rafforzare la competenza primaria nella legislazione sul personale dell'amministrazione pubblica", spiega Deeg ricordando che le proposte per una specifica norma di attuazione sono state discusse con il premier Matteo Renzi durante la sua vista a Bolzano di martedì scorso. Nella fase di elaborazione del ddl l'assessora ha più volte incontrato i sindacati. "Il diritto del lavoro nel settore pubblico è molto complesso e gli spazi di manovra spesso purtroppo sono limitati", osserva Deeg.
La Ripartizione personale ha discusso con le organizzazioni dei lavoratori, nel corso di una ventina di incontri, non solo la proposta di legge ma anche i temi legati ai diritti e ai distacchi sindacali. "Siamo venuti incontro alle organizzazioni - aggiunge l'assessora Deeg - e al contrario della legislazione nazionale abbiamo inserito l'argomento nel contratto collettivo invece che operare con una semplice norma. Ma non solo: se a livello statale il contingente dei distacchi sindacali è stato dimezzato, a livello locale si è cercato di mantenere un più ampio margine di manovra per tenere conto delle specificità delle realtà altoatesine. Ciò dimostra ancora una volta che la contrattazione collettiva, in Alto Adige, continua ad avere un ruolo centrale".
L'assessora ricorda che una parte corposa del ddl (assemblee, spazi, comunicazioni, ecc.) è stata ampiamente discussa con i sindacati, e molte delle proposte che hanno avanzato sono state inserite nel ddl. "E' esposto in maniera chiara - commenta Deeg - quali passaggi in futuro potranno essere regolati tramite legge provinciale e quali con contrattazione collettiva. Una forma, quest'ultima, alla quale sono dedicati ben cinque articoli della proposta portata in Consiglio dalla Giunta provinciale". Altro punto considerato di notevole importanza dall'assessora all'amministrazione, inoltre, è quello del modello partecipativo scelto per costruire e portare avanti il disegno di legge. "Ci sono stati cinque incontri pubblici aperti al personale - spiega Waltraud Deeg - sulla rete intranet provinciale sono stati messi a disposizione degli spazi appositi per avanzare domande e proposte, e nel testo si è anche tenuto conto delle osservazioni della commissione legislativa in Consiglio".
USP