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Tiberio Bentivoglio racconta la sua battaglia per la legalità
L’imprenditore calabrese oppostosi alla “ndrangheta” ha incontrato gli studenti del CTS Einaudi di Bolzano, raccontando la sua scelta di combattere le ingiustizie e i soprusi della mafia.
BOLZANO (USP). Una storia esemplare quella di Tiberio Bentivoglio che, di fronte ad una folta platea di studentesse e studenti, ha fornito numerosi spunti di riflessione sul significato di responsabilità personale, sul coraggio di dire ‘no’ ad un ricatto o ad una violenza, e sull'importanza di essere attivi per una vita che sfugga ad ogni ricatto criminale. All'interno del progetto pluriennale di educazione alla legalità che coinvolge le classi dalla seconda in poi, il CTS Einaudi ha organizzato il 6 maggio un incontro con l’imprenditore calabrese, testimone di giustizia che da anni vive sotto scorta a seguito della sua coraggiosa opposizione al sistema mafioso della "ndrangheta".
Questo incontro ha offerto agli studenti l'opportunità unica di confrontarsi in maniera diretta con una persona che ha intrapreso una scelta forte e decisa a favore della legalità: un vero esempio di pieno compimento civico. “Come cittadino, ma anche come genitore e come politico, sono assolutamente convinto che la scuola debba svolgere un ruolo centrale nello sviluppo e nella diffusione della cultura della legalità: ringrazio per questo progetto formativo volto a sviluppare nei giovani il senso critico, la consapevolezza civica e l’impegno per la legalità in modo che possano diventare protagonisti di un cambiamento culturale duraturo, in un contesto dove la scuola è il primo baluardo di legalità e costruzione del vivere civile e la formazione professionale, avamposto per educare i futuri lavoratori dipendenti e imprenditori al pieno rispetto dei valori di legalità“, ha sottolineato il vicepresidente e assessore Marco Galateo
“Non è facile cacciare i mafiosi. Si soffre moltissimo prima di prendere una decisione del genere nei nostri territori. Siamo stati puniti”, ha spiegato Tiberio Bentivoglio durante la sua testimonianza ai giovani. “Resistere e riparare: questi verbi riassumono la mia storia che non è finita e che sto ancora vivendo”, ha spiegato l’imprenditore, che ha esortato i giovani a lottare ogni giorno per le legalità, senza piegarsi ai ricatti.
“L’incontro di oggi sarà per tutti noi un’esperienza di crescita”, ha detto il sovrintendente Vincenzo Gullotta, rimarcando il coraggio e la tenacia dell’imprenditore calabrese. Una storia forte, che servirà da esempio ai giovani e non solo, per affrontare una discussione più ampia su quale ruolo possono giocare i cittadini, le istituzioni e la scuola nella costruzione di una società giusta, ancorata allo stato di diritto.
tl