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Presenza di cervi raddoppiata in Alto Adige negli ultimi 20 anni
Lo si evince dal censimento redatto dal Servizio forestale provinciale per studiarne l'evoluzione delle popolazioni in Alto Adige. Walcher: "Compito fondamentale nella gestione della fauna selvatica".
BOLZANO (USP). Dal 2000, il Servizio forestale provinciale effettua annualmente dei censimenti sistematici dei cervi su tutto il territorio provinciale, al fine di monitorare l'evoluzione delle popolazioni e reagire, con misure adeguate da parte della gestione forestale, agricola e venatoria, in caso di aumento o diminuzione della popolazione. Il cervo rosso appartiene alla famiglia dei cervidi ed è il più grande ruminante selvatico d'Europa. Il nome deriva dal suo caratteristico mantello estivo rosso-marrone.
“Il censimento degli animali selvatici è uno dei compiti fondamentali nella gestione della fauna selvatica”, sottolinea l‘assessore provinciale alle Foreste Luis Walcher. La gestione della fauna selvatica comprende aree come l’ecologia o la conservazione della natura, nonché l'equilibrio tra interessi ecologici, economici e sociali. "Un lavoro finalizzato a poter conciliare l'uso comune del paesaggio culturale da parte della fauna selvatica e dell'uomo", aggiunge Walcher.
Il censimento viene effettuato nelle ore notturne illuminando le aree aperte con fari e, sempre più spesso, anche attraverso l'utilizzo di termocamere, in grado di rilevare la selvaggina presente“, spiega Dominik Trenkwalder, funzionario dell'Ufficio Gestione fauna selvatica. ”Per evitare che la selvaggina venga contata due volte, tutte le riserve o parti di riserve appartenenti a un'unità di popolazione devono essere censite contemporaneamente. Ciò comporta un grande sforzo organizzativo, poiché per ogni riserva sono necessarie diverse squadre di conteggio, composte da dipendenti del Corpo forestale provinciale o della Ripartizione provinciale Foreste, nonché dal lavoro svolto da guardie venatorie e cacciatori”.
“Nel complesso, come in tutta l'Europa centrale, negli ultimi due decenni si può osservare una tendenza al rialzo delle popolazioni di cervo rosso”, spiega il direttore della Ripartizione Servizio forestale Günther Unterthiner. "Il cervo rosso beneficia dei paesaggi agricoli aperti e, in ultima analisi, anche del cambiamento climatico globale: l'aumento dell’apporto di nutrienti e la conseguente crescita della materia vegetale favoriscono questa tendenza. Se nel 2005 si contavano ancora circa 5000 capi di cervo, negli ultimi anni, in condizioni molto favorevoli, sono stati registrati quasi 10.000 capi in tutta la provincia di Bolzano. Un aumento evidente soprattutto nella parte occidentale del territorio, ma negli ultimi anni i numeri sono in aumento anche nelle zone centrali e orientali della provincia. Un dato che pone grandi sfide non solo ai cacciatori, ma anche all'agricoltura e alla silvicoltura. Sappiamo per esperienza che le sole misure venatorie non sono efficaci. È invece necessario applicare una gestione integrale che tenga conto degli interessi dei diversi utilizzatori del territorio”, conclude Unterthiner.
mac/tl