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Sperimentazione CLIL scuola tedesca: buoni esiti linguistici e disciplinari

Dal confronto dei dati quantitativi e qualitativi del progetto di accompagnamento della sperimentazione del metodo CLIL in alcune classi delle scuole superiori di lingua tedesca emergono buoni risultati linguistici e disciplinari. Lo ha reso noto oggi l’assessore provinciale all'istruzione tedesca Philipp Achammer. Illustrati i programmi a sostegno del plurilinguismo 2016-2020.

Gli esiti positivi della sperimentazione CLIL accompagnata in modo scientifico, così l’assessore provinciale Philipp Achammer, offrono sostegno alla volontà di proseguire il progetto e di estenderlo (Foto: USP/I.Dejaco)

La sperimentazione riferita all’applicazione del metodo CLIL è stata condotta dalla professoressa Stefania Cavagnoli dell’Università di Roma 2 Tor Vergata ed ha interessato cinque classi delle scuole superiori di lingua tedesca in due semestri negli anni scolastici 2013/14 e 2014/15.

A fronte di un buon livello qualitativo nella conoscenza della madrelingua certificata da vari rilevamenti, gli esiti positivi della sperimentazione CLIL accompagnata in modo scientifico, come ha sottolineato l’assessore provinciale Philipp Achammer, offrono sostegno alla volontà di proseguire il progetto e di estenderlo secondo il principio di privilegiare la qualità rispetto alla quantità.

In base ai metodi di confronto a livello europeo riferiti alle competenze nelle lingue (PISA), come ha ricordato l’assessore, gli alunni delle scuole tedesche nelle competenze linguistiche riferite al tedesco hanno ottenuto risultati paragonabili e in alcuni ambiti anche migliori rispetto a quelli dei colleghi di altri Paesi (Austria, Germania, Svizzera, Liechtenstein, comunità di lingua tedesca del Belgio).

Un aspetto da tenere presente per l’applicazione del metodo CLILè l’adeguata preparazione degli insegnanti coinvolti nel progetto. Rispetto a una prima delibera del 2103, come ha affermato l’assessore Achammer, quella approvata dalla Giunta provinciale il 12 gennaio 2016 (su parere unanime del Consiglio scolastico) prevede, altresì, la possibilità di introdurre l’insegnamento con metodo CLIL già dalla seconda classe delle superiori, sempre per la metà dell’anno scolastico, preferendo la sua sospensione nel quinto anno delle superiori in considerazione della concentrazione degli studenti alla preparazione degli esami di Stato. Ne viene comunque mantenuta la possibilità se richiesta.

Riferendosi ai dati rilevati dall’Istituto di Statistica provinciale ASTAT nel 2014 Achammer ha ricordato che fra la popolazione è evidente un desiderio elevato di migliorare l’apprendimento della seconda lingua con varie misure.

Un sondaggio condotto dalla Consulta provinciale dei genitori della scuola tedesca nel marzo-febbraio 2015, come ha riferito l’assessore, ha evidenziato come il 77,2 per cento dei genitori di alunni delle scuole elementari, medie e superiori sia favorevole a una maggiore attenzione per la lingua italiana a scuola. Il 49,4 per cento all’insegnamento di varie materie in italiano (nelle scuole superiori tale percentuale raggiunge il 54,1 per cento). Per quanto riguarda l’inglese, il 50,9 per cento dei genitori di alunni delle scuole elementari, medie e superiori si è detto favorevole anche a una maggiore attenzione per la lingua inglese in ambito scolastico.

I due terzi degli alunni delle classi delle scuole superiori di lingua tedesca coinvolte dalla sperimentazione, come ha fatto presente Stefania Cavagnoli ritengono positivo imparare una disciplina in italiano o in inglese per metà dell’anno scolastico (altri avrebbero preferito lavorare per più tempo). Tutti i gruppi coinvolti sottolineano che le paure iniziali si sono dissolte anche attraverso la metodologia CLIL e che è necessario cominciare prima a lavorare in CLIL (già dalla prima classe secondaria di II grado o addirittura nei cicli inferiori). Dal confronto dei dati quantitativi e qualitativi del progetto di accompagnamento della sperimentazione del metodo CLIL emergono buoni risultati linguistici e disciplinari, dove si sono rivelati non giustificati i timori iniziali in riferimento all'apprendimento specifico delle materie d'insegnamento. Ne è emerso, altresì, una maggiore motivazione da parte degli studenti. Da parte degli insegnanti, tutti in possesso di conoscenza linguistica di livello C1 del quadro di riferimento europeo, è stato espresso l’interesse a partecipare a percorsi formativi per migliorare il linguaggio specialistico.

Il responsabile dell’Area Innovazione e Consulenza, Rudolf Meraner, ha detto illustrato il pacchetto di misure a sostegno del plurilinguismo 2016-2020, che prevede accanto a misure per mantenere e migliorare il livello qualitativo della conoscenza della lingua madre, l’introduzione di progetti innovativi per l’apprendimento delle lingue e iniziative a sostegno dell’apprendimento delle lingue in ambito extrascolastico, avvalendosi, ad esempio, della collaborazione con associazioni culturali, strutture museali e teatrali.

Come ha spiegato l’ispettrice scolastica Laura Cocciardi, si pensa oltre all’anno di scambio in scuole italiane nella 2a e 3a classe della Scuola superiore, anche a scambi con il Trentino e altre regioni italiane, a progetti di cooperazione fra studenti in ambito Euregio. Inoltre, si sta verificando la possibilità di uno scambio di personale insegnante.

L’Intendente scolastico per le scuole tedesche Peter Höllrigl ha fatto presente che dopo la sperimentazione il progetto per l’insegnamento delle lingue con metodo CLIL nei prossimi cinque anni sarà esteso alle scuole dotate dei necessari presupposti, puntando sempre più alla professionalizzazione degli insegnanti e alla predisposizione di supporti didattici adeguati.

SA

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