Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

D.L. su direttive anticipate di trattamento: intervento del Comitato etico provinciale

Il Comitato etico provinciale ha inviato agli organi governativi competenti a Roma un proprio parere, a firma del presidente Herbert Heidegger, riguardo il disegno di legge "Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento". Il testo di legge sarà in discussione nei prossimi giorni in Parlamento a Roma.

"Nei prossimi giorni inizierà alla Camera dei Deputati la discussione sul disegno di legge proposto dall’On. Raffaele Calabrò (“Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”) già approvato (26 marzo 2009) dal Senato.

La proposta di legge vuole disciplinare, in 9 articoli, la relazione di cura (il rapporto medico-paziente) con preoccupanti storture che, di fatto, limitano non solo i diritti e l’autonomia della persona ma anche l’autonomia e la responsabilità del medico in aperto contrasto con il Codice di deontologia medica e con i diritti fondamentali della persona umana garantiti a livello internazionale.

Eppure, l’autonomia della persona è considerata un valore imprescindibile nella relazione di cura, e non rispettare tale autonomia porta a infrangere in modo permanente il rapporto di fiducia tra il medico e il paziente.

A partire dalla ritenuta indisponibilità della vita umana (art. 1), la proposta di legge detta disposizioni riguardo alla forma e alla durata delle dichiarazioni anticipate di trattamento (redatte per iscritto, sottoscritte dal medico di medicina generale e valide per 5 anni), prevede, più in particolare, che alimentazione e idratazione debbano essere mantenute fino al termine della vita, non potendo essere, pertanto, oggetto di dichiarazione anticipata (art. 3), stabilisce il carattere non vincolante per il medico della volontà espressa dalla persona con la dichiarazione anticipata e, comunque, la sua irrilevanza nel caso in cui la persona sia in pericolo di vita immediato (artt. 7 e 4).

A tale proposito, va ricordato che l’autonomia decisionale della persona va rispettata anche quando questa non è più in grado di esprimersi, e che in queste situazioni vanno rispettate le dichiarazioni di trattamento formulate in precedenza dall’interessato.

Ciò non toglie che ogni dichiarazione anticipata di trattamento, prima di essere attuata, va verificata attentamente nel dialogo con il fiduciario, col rappresentante legale o con i familiari della persona.

Il Comitato etico provinciale della Provincia di Bolzano esprime la sua più viva preoccupazione riguardo ai contenuti del disegno di legge che dà alla vita un significato meramente biologico - da difendere a tutti i costi e con ogni mezzo - anche con forme di assurda ostinazione terapeutica che finiranno con il sopprimere quei diritti inviolabili dell’essere umano riconosciuti dalla nostra Costituzione: primi tra tutti l’autonomia della persona umana (artt. 2, 13 e 32.2) e il diritto (non il dovere) di cura dell’art. 32.1.

Ricordiamo che l’articolo 32.2 della Costituzione sancisce il diritto di opporre rifiuto a cure definendone la non obbligatorietà e sempre e comunque nei limiti e nel rispetto della dignità della persona.

Questo Comitato etico ritiene, inoltre, che il diritto fondamentale all’alimentazione non si estende a interventi invasivi, come ad esempio la somministrazione di alimenti o liquidi tramite sonda o infusione. Questi interventi, infatti, sono degli atti medici che, come tali, devono essere legittimati dal consenso e che il paziente ha il diritto, per legge, di rifiutare.

Sovente, poi, nello stadio terminale di una malattia l’alimentazione artificiale o l’apporto di liquidi possono cagionare ulteriore disagio al paziente, e quindi non essere più indicati dal punto di vista medico.

Al contempo, questo Comitato auspica che il dibattito parlamentare sappia portare a quei correttivi capaci di ricondurre il rapporto medico/paziente dentro una trama di forti relazioni etiche e civili sostenute non già da pregiudiziali ideologiche ma da quell’autentica solidarietà (ed umanità) che deve comunque saper alimentare e dar senso ad ogni relazione di cura."

SA


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