Sanità / Sociale | 11.04.2011 | 14:03

Dalla Giunta: i primi profughi nell'ex caserma Gorio a Bolzano

Sarà l'ex caserma Gorio ai Piani di Bolzano ad ospitare i primi profughi nordafricani attesi nei prossimi giorni in Alto Adige: è quanto pevede il piano di accoglienza allestito dalla Giunta provinciale, approvato nella seduta di oggi (11 aprile). Nel caso di nuovi arrivi sono stati individuati altri areali militari dismessi.

La Giunta provinciale oggi ha fatto il punto sull'accordo raggiunto tra Stato e Regioni che prevede una distribuzione dei migranti su tutto il territorio nazionale e maggiori funzioni esercitate dal sistema della protezione civile per garantire vitto e alloggio. I profughi verranno ripartiti tra le Regioni in misura equa e proporzionale alla consistenza degli abitanti: quelli altoatesini sono l'1% della popolazione nazionale, si ragiona quindi su un primo arrivo di una trentina di persone. "Abbiamo predisposto il piano per accogliere questo contingente - ha spiegato il presidente Durnwalder - individuando anche per il futuro una serie di siti nei quali poter distribuire gli arrivi." Le tendopoli sono difficilmente gestibili e quindi fuori discussione: la soluzione immediata è l'ex caserma Gorio ai Piani di Bolzano, in grado di ospitare una trentina di profughi.

"Confidiamo sempre che le proiezioni iniziali del Governo, che parlavano di 55mila possibili arrivi in Italia, siano nel frattempo superate dalle misure messe in cantiere", ha sottolineato Durnwalder ribadendo che questa emergenza è europea: "L'UE non deve lasciare l'Italia da sola, il problema va fronteggiato con una solidarietà a livello comunitario." Il Presidente ha ricordato che resta difficile capire come la situazione potrà evolversi in futuro. In caso di ulteriori richieste dello Stato, stimate in un massimo di circa 200 persone, la Giunta ha comunque già individuato possibili soluzioni di accoglienza nell'ex caserma Druso di Silandro, nelle strutture militari dismesse di Colle Isarco, Naz Sciaves, nella "Haus Arnika" di Merano e nella Casa del giovane lavoratore a Bolzano.  

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