Giornata dell’Autonomia 2014

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Emergenza profughi: migranti con permesso di soggiorno temporaneo, no Cie

Cambia lo scenario nell'operazione accoglienza dei migranti nordafricani sbarcati sulle coste italiane: "Il Governo italiano ha scelto la strada dei permessi temporanei di soggiorno", conferma da Roma il vicepresidente della Provincia Hans Berger. Per le Regioni la pianificazione sarà difficile, ma per contro è escluso il tema dei Centri di identificazione e espulsione.

Trattative sui profughi a Roma: da sinistra, il ministro Fitto, il vicepresidente della Provincia Berger, il ministro Maroni

È durata oltre due ore stasera (6 aprile) la riunione della cabina di regia tra Governo, Regioni e Comuni convocata nel tardo pomeriggio a Palazzo Chigi: con i ministri Roberto Maroni e Raffaele Fitto i rappresentanti delle Regioni – per la Giunta provinciale il vicepresidente Hans Berger – hanno discusso come gestire gli immigrati che sono già sbarcati in Italia. "Fino ad oggi sono circa 25mila i nordafricani che hanno raggiunto le coste italiane", riferisce Berger. Nel vertice Maroni ha illustrato i termini dell’accordo tecnico raggiunto ieri a Tunisi, secondo cui d’ora in poi i migranti tunisini che sbarcheranno sulle coste italiane potranno essere rimpatriati in maniera diretta e con procedure semplificate.

Parallelamente il Governo italiano firmerà domani (giovedì 7) un decreto che concede il permesso di soggiorno temporaneo previsto dall'articolo 20 del Testo unico sull'immigrazione. Il ricorso a questo permesso temporaneo consentirà a parte dei migranti già approdati in Italia di raggiungere anche altri Paesi. "Il permesso è valido per tutta l'area di Schengen", spiega Berger. Governo e Regioni hanno pertanto aggiornato l'accordo di fondo dello scorso 30 marzo: i punti centrali sono una distribuzione dei migranti su tutto il territorio nazionale, l'attivazione dell'articolo 20 sui permessi temporanei e maggiori funzioni esercitate dal sistema della protezione civile.

Si stima che la gran parte degli immigrati nordafricani intenda transitare in Italia per raggiungere i Paesi francofoni e si prevede che quindi solo tra 3mila-4mila di loro resteranno in Italia. "Questi ultimi potranno muoversi liberamente ma se non esprimono preferenze sulla destinazione verranno ripartiti tra le Regioni in misura equa e proporzionale alla consistenza della popolazione", sottolinea Berger. L'Alto Adige vedrebbe quindi confermata la proiezione di una trentina di rifugiati politici da accogliere, "a cui si aggiugono i migranti assegnati sulla base dell'articolo 20, al massimo l'1% dei citati 3-4mila che restano in Italia", chiarisce Berger. Complessivamente dunque, in questa fase, tra i 50 e i 60 migranti. "Dopo la seduta di oggi tendopoli e un eventuale centro a Vipiteno sono quindi fuori discussione, anche se non si può ancora capire come la situazione si evolverà in futuro."

L'incognita resta infatti il flusso di rifugiati politici provenienti ad esempio dalla Libia o da altri Paesi africani in guerra transitando dalla Tunisia. "Dobbiamo essere pronti a mettere a disposizione ulteriori opportunità di soggiorno in tempi relativamente brevi, con l'attivazione delle strutture della protezione civile", conclude il vicepresidente Berger.  

pf


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