Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Regioni pronte ad accogliere profughi ma non clandestini

Mentre la responsabilità sui clandestini deve restare in capo al Ministero degli Interni, le Regioni riunite oggi (30 marzo) a Roma si sono dichiarate pronte ad accogliere profughi provenienti dal Nordafrica, distribuiti in base alla consistenza della popolazione locale. Questa la base di partenza su cui hanno convenuto Stato e Regioni, riferisce a fine vertice il vicepresidente della Provincia di Bolzano Hans Berger.

Il vicepresidente Hans Berger ha rappresentato la Giunta provinciale di Bolzano alla Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni convocata questa sera (mercoledì 30) a Roma dal ministro Raffaele Fitto, unico punto all'ordine del giorno la collaborazione delle Regioni per fronteggiare l’emergenza umanitaria dopo l’arrivo sulle coste italiane, in particolare a Lampedusa, di migliaia di profughi provenienti dai Paesi del Nordafrica.

Nellle quasi quattro ore di vertice a Palazzo Chigi il Governo, con il sottosegretario Gianni Letta e il ministro degli Interni Roberto Maroni, ha discusso un piano di distribuzione territoriale dei migranti. Alle Regioni è stata quindi chiesta la disponibilità ad accogliere un certo numero di profughi in strutture allestite allo scopo. "Il Viminale stima in circa 22mila il numero degli immigrati giunti nel sud del Paese, ma si presume che solo al 10% di loro possa essere riconosciuto lo status di profughi", riferisce da Roma Berger. La gran parte, quindi, sarebbe costituita da immigrati irregolari, la cui gestione resta responsabilità del Ministero degli Interni.

Non è ancora chiaro dove dovrebbero sorgere nuovi Cie (Centri di identificazione e espulsione): "Mi sono nettamente pronunciato, con il sostegno degli altri rappresentanti regionali, contro l'ipotesi del Governo di localizzare nuovi Cie in tutte le Regioni", spiega Berger. Il risultato: non ci sarà alcuna distribuzione territoriale dei clandestini e il Ministero individuerà d'intesa con le Regioni possibili siti per la realizzazione di queste strutture, chiarisce il vicepresidente della Provincia. "L'Alto Adige, da quanto emerso oggi, non dovrebbe rientrare tra le aree interessate dai Cie", conferma Berger.

Discorso diverso per i circa 2.200 profughi attualmente stimati: dovranno essere suddivisi regione per regione, tenendo conto della consistenza della popolazione. "Secondo la chiave di ripartizione attualmente in discussione all'Alto Adige potrebbe toccare una trentina di profughi", spiega Hans Berger. La procedura nel dettaglio verrà chiarita nei prossimi giorni politicamente attraverso una cabina di regia Stato-Regioni e operativamente sotto la direzione del Dipartimento nazionale della protezione civile. Nel frattempo il Governo cerca di contenere i flussi degli immigrati per abbassare concretamente le stime originarie di circa 55mila arrivi. "I ministri sperano in particolare in un accordo con la Tunisia che impegni il Paese a sorvegliare le proprie coste, a bloccare i flussi e a riprendere i tunisini rimpatriati", conclude Berger.

 

pf


Torna su

Foto 2015

Altre foto


Torna su