Giornata dell’Autonomia 2014

News 2015

Stress sui luoghi di lavoro, aiuti alle aziende dalla Fondazione Vital

È slittata al 1° gennaio 2011 l’entrata in vigore della nuova norma che introduce per le aziende l’obbligo di eseguire un’analisi del rischio di stress da lavoro, e di adottare apposite misure preventive. La Fondazione Vital viene però fin da subito in soccorso delle aziende, con concreti interventi di aiuto.

Lo stress da lavoro è un fenomeno che interessa un numero crescente di persone. Secondo una recente indagine condotta fra 30mila lavoratori europei, un quinto degli intervistati soffre di stress collegato al lavoro. Secondo un altro studio, un germanico su due è sotto stress da lavoro e si augura l'attivazione di programmi preventivi e sanitari, e numeri leggermente più bassi si registrano in Italia e Inghilterra. Lo stress da lavoro può provocare patologie anche gravi sia psichiche che fisiche, ed è ritenuto in parte responsabile degli elevati costi sostenuti per l'assistenza medica e del calo della produzione. Le stime più attendibili parlano di una cifra che si aggira attorno all'1,2% del Pil: applicando il dato alla realtà altoatesina, si viaggia sull'ordine dei 200 milioni di euro all'anno.

La Fondazione Vital, in questo settore, ha raccolto esperienze importanti, e può offrire alle aziende aiuti concreti nella pianificazione e attuazione di misure in favore della salute. "Lo stress non è tutto uguale - spiega il responsabile di settore Manfred Andergassen - ed è sempre inserito nel contesto delle condizioni generali offerte da un'azienda ai propri lavoratori. E' importante guardare all'organizzazione nel suo complesso, ma occorre anche partire dai bisogni concreti degli interessati, perché le esigenze possono variare da azienda ad azienda". Il decreto, contenuto nel Testo unico sulla sicurezza, prevede per le aziende pubbliche e private l'obbligo di eseguire, a partire dal 1° gennaio 2011, una valutazione del rischio stress lavoro-correlato, ma mancano sia le linee guida, sia una direttiva che stabilisca le procedure concrete di valutazione.

"C'è il rischio - spiega il direttore della Fondazione Vital Franz Plörer - che le aziende vedano in questa norma una forma di vessazione burocratica anziché un'opportunità, e che la valutazione non tenga conto dei fattori di stress più rilevanti limitandosi invece a considerare degli indicatori come l'assenza dal lavoro per malattia, le aspettative non retribuite e il numero degli interventi disciplinari. Quel che in ogni caso non deve accadere è la colpevolizzazione del singolo per la situazione di stress. Nella valutazione vanno anche considerati i fattori riconducibili alle responsabilità dell'azienda come le condizioni e l'organizzazione del lavoro, la qualità dei dirigenti e la stessa cultura aziendale di cui valori come umanità, correttezza e trasparenza devono essere componenti integranti". Per ulteriori informazioni: www.fondazionevital.it

mb


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