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DiversaMente: il convegno del Servizio Inclusione
Insegnanti e dirigenti hanno partecipato numerosi per parlare di neurodivergenza. "La scuola italiana è luogo di accoglienza ed incontro: per farlo i docenti devono contare su strumenti concreti".

Si è svolto questo pomeriggio (11 aprile) il convegno della Scuola italiana dedicato all’inclusione. “Si tratta di un momento di riflessione, di informazione e di aggiornamento, che periodicamente vogliamo offrire a tutto il personale della scuola” commenta il Sovrintendente scolastico Vincenzo Gullotta. “È infatti importante che ogni membro della comunità si impegni per favorire l’inclusione di ognuno dei ragazzi e delle ragazze affidati alla scuola e per farlo abbiamo bisogno di strumenti pratici”. Il convegno DiversaMente è stato aperto da una tavola rotonda, che ha introdotto i circa 300 partecipanti al tema della neurodivergenza. “Quando il cervello di una persona pensa, elabora e apprende in modo differente rispetto a quello che è considerato tipico si parla di neurodivergenza” spiega l’ispettore del Servizio Inclusione Christian Rispoli. “Non si tratta di una malattia o patologia, ma è un termine che comprende condizioni come ad esempio l’autismo e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), ma anche la dislessia e la discalculia”. Al momento in plenaria sono seguiti due turni di workshop, durante i quali insegnanti, collaboratori e dirigenti di tutti i gradi scolastici hanno affrontato diverse tematiche tra le quali il metodo di studio, la valutazione, la differenziazione didattica, il rapporto fra didattica e neurodivergenze, ma anche l’approccio multisensoriale nel caso di disabilità gravi e la gestione di spazio e tempo nella scuola dell’infanzia. “La scuola in lingua italiana è un luogo di accoglienza e di incontro” ha sottolineato il vicepresidente della Provincia e Assessore alla scuola Marco Galateo. “Perché questa vocazione continui a caratterizzare il nostro sistema, siamo riusciti ad aumentare il numero dei docenti specializzati. Ora è necessario dotare il personale di ulteriori strumenti concreti e innovativi, utili a gestire la complessità delle nostre classi. Ecco perché questi momenti di aggiornamento sono fondamentali per la scuola italiana”.
LB