I new media al servizio delle lingue
Apprezzate dal pubblico le tante proposte presentate alla Mediateca Multilingue di Merano
Un pubblico curioso e interessato quello che venerdì e sabato 17 e 18 ottobre ha affollato la Mediateca Multilingue di piazza della Rena a Merano in occasione delle due giornate dedicate a lingue e nuovi media: “When languages meet the media”. Molte le classi scolastiche presenti, a partire dai bimbi dell’asilo fino ai ragazzi delle superiori; una folla multietnica di 500 persone al venerdì e oltre 100 partecipanti all’open forum di sabato. E particolarmente interessanti le proposte di produttori, editori ed esperti.
L’evento è stato voluto dall’Ufficio provinciale Bilinguismo e Lingue Straniere per presentare ufficialmente al pubblico questa struttura - la prima Mediateca pubblica specializzata in lingue aperta in Italia - che offre materiali linguistici multimediali per l’autopprendimento in più di 10 lingue e 5 supporti differenti e propone inoltre il sostegno di tutor madrelingua che consigliano percorsi di studio “su misura”.
Venerdì 17 ottobre la visita alla Mediateca iniziava con una sosta nel Media Lab, per mettere alla prova le proprie capacità linguistiche con i test sul livello di conoscenza di italiano, tedesco, inglese, francese, spagnolo. O per familiarizzare con Eldit, dizionario italiano tedesco on-line creato dall’Accademia Europea di Bolzano con il sostegno finanziario dell’amministrazione provinciale, pensato soprattutto come strumento mirato per chi si prepara a sostenere l’esame di bilinguismo.
Accanto l’emeroteca, con la sua offerta di giornali e riviste straniere e la postazione dedicata dove consultare i siti on-line dei media di tutto il mondo.
Forse il colpo d’occhio più attraente era quello del Kids’ corner, l’angolo destinato ai più piccoli, che con questo evento ha inaugurato la propria attività. Studiato per far sentire bene i bimbi, con strutture morbide e coloratissime, è dotato anche di computer a misura dei più piccoli. In occasione dell’opening hanno potuto prendere confidenza con alcuni software proposti studiati appositamente per loro, che uniscono all’apprendimento delle lingue anche il momento ludico.
Nella saletta proiezioni che ospita periodicamente gli apprezzati cicli di film in lingua originale, ribattezzata per l’occasione “Dream Box”, ci si poteva immergere nella storia dei cinquanta migliori videogames realizzati a partire dall’ormai lontanissimo 1966, anno che vide la nascita di Space wars, per arrivare fino ai tempi recenti. Ma l’età d’oro è stata quella tra il 1980 ed il 1985, la più rappresentata anche in questa selezione.
Il filmato, realizzato dall’Opificio Ciclope di Bologna, rappresentava anche un giro del mondo: ogni volta nel breve spazio di un minuto, si succedevano volti diversi - non solo esperti internazionali ma anche semplici appassionati, dai collezionisti finlandesi ai tassisti greci a personaggi più o meno eccentrici di casa nostra - a parlare del “loro” videogioco. Se Space Wars vide la luce in una sede prestigiosa come il MIT, Massachusetts Institute for Technology, altri videogiochi sono nati dalla fantasia di autori giovanissimi e geniali, come Matthew Smith, a cui era dedicato “Spectrum Diamond – The myth and the legend of Matthew Smith”, l’altro filmato presentato nella “scatola dei sogni”.
Lo spazio successivo era la vasta sala “Interaction” dove era possibile provare i prodotto più nuovi o innovativi presentati nello spazio Demo adiacente ed anche quelli visti nella stanza dei giovanissimi. Una lunga teoria di computer che “parlavano” tante lingue.
Imparare il tedesco giocando a scacchi, risolvendo trame gialle o con giochi tradizionali multimedializzati, apprendere lo spagnolo in una classe virtuale, approfondire il francese giocando sul filo dei proverbi e navigando tra i siti francofoni. Immergersi nell’inglese con un coloratissimo videogioco in cui si incontrano tanti animaletti che rispondono in lingua, o trasformando la storia del piccolo Mowgli e dei suoi amici della giungla in un canovaccio teatrale.
E ancora l’e-tandem e il vocabolario multilingue sonoro nato nelle classi di scuole elementari e materne di Cremona, Scanolara Ravara e Reggio nell’Emilia, con la partecipazione straordinaria di bambini greci e francesi; registrazioni delle voci di personaggio famosi per rivivere pagine indimenticabili della storia degli ultimi decenni e postazioni per sperimentare la tecnologia “wireless” senza cavi o prendere confidenza con il libro elettronico, il “libro in palmo di mano”, presentato dall’EvolutionBook di Roma.
L’evento è stato voluto dall’Ufficio provinciale Bilinguismo e Lingue Straniere per presentare ufficialmente al pubblico questa struttura - la prima Mediateca pubblica specializzata in lingue aperta in Italia - che offre materiali linguistici multimediali per l’autopprendimento in più di 10 lingue e 5 supporti differenti e propone inoltre il sostegno di tutor madrelingua che consigliano percorsi di studio “su misura”.
Venerdì 17 ottobre la visita alla Mediateca iniziava con una sosta nel Media Lab, per mettere alla prova le proprie capacità linguistiche con i test sul livello di conoscenza di italiano, tedesco, inglese, francese, spagnolo. O per familiarizzare con Eldit, dizionario italiano tedesco on-line creato dall’Accademia Europea di Bolzano con il sostegno finanziario dell’amministrazione provinciale, pensato soprattutto come strumento mirato per chi si prepara a sostenere l’esame di bilinguismo.
Accanto l’emeroteca, con la sua offerta di giornali e riviste straniere e la postazione dedicata dove consultare i siti on-line dei media di tutto il mondo.
Forse il colpo d’occhio più attraente era quello del Kids’ corner, l’angolo destinato ai più piccoli, che con questo evento ha inaugurato la propria attività. Studiato per far sentire bene i bimbi, con strutture morbide e coloratissime, è dotato anche di computer a misura dei più piccoli. In occasione dell’opening hanno potuto prendere confidenza con alcuni software proposti studiati appositamente per loro, che uniscono all’apprendimento delle lingue anche il momento ludico.
Nella saletta proiezioni che ospita periodicamente gli apprezzati cicli di film in lingua originale, ribattezzata per l’occasione “Dream Box”, ci si poteva immergere nella storia dei cinquanta migliori videogames realizzati a partire dall’ormai lontanissimo 1966, anno che vide la nascita di Space wars, per arrivare fino ai tempi recenti. Ma l’età d’oro è stata quella tra il 1980 ed il 1985, la più rappresentata anche in questa selezione.
Il filmato, realizzato dall’Opificio Ciclope di Bologna, rappresentava anche un giro del mondo: ogni volta nel breve spazio di un minuto, si succedevano volti diversi - non solo esperti internazionali ma anche semplici appassionati, dai collezionisti finlandesi ai tassisti greci a personaggi più o meno eccentrici di casa nostra - a parlare del “loro” videogioco. Se Space Wars vide la luce in una sede prestigiosa come il MIT, Massachusetts Institute for Technology, altri videogiochi sono nati dalla fantasia di autori giovanissimi e geniali, come Matthew Smith, a cui era dedicato “Spectrum Diamond – The myth and the legend of Matthew Smith”, l’altro filmato presentato nella “scatola dei sogni”.
Lo spazio successivo era la vasta sala “Interaction” dove era possibile provare i prodotto più nuovi o innovativi presentati nello spazio Demo adiacente ed anche quelli visti nella stanza dei giovanissimi. Una lunga teoria di computer che “parlavano” tante lingue.
Imparare il tedesco giocando a scacchi, risolvendo trame gialle o con giochi tradizionali multimedializzati, apprendere lo spagnolo in una classe virtuale, approfondire il francese giocando sul filo dei proverbi e navigando tra i siti francofoni. Immergersi nell’inglese con un coloratissimo videogioco in cui si incontrano tanti animaletti che rispondono in lingua, o trasformando la storia del piccolo Mowgli e dei suoi amici della giungla in un canovaccio teatrale.
E ancora l’e-tandem e il vocabolario multilingue sonoro nato nelle classi di scuole elementari e materne di Cremona, Scanolara Ravara e Reggio nell’Emilia, con la partecipazione straordinaria di bambini greci e francesi; registrazioni delle voci di personaggio famosi per rivivere pagine indimenticabili della storia degli ultimi decenni e postazioni per sperimentare la tecnologia “wireless” senza cavi o prendere confidenza con il libro elettronico, il “libro in palmo di mano”, presentato dall’EvolutionBook di Roma.
Sabato 18 si è tenuto l’open forum sull’apprendimento delle lingue in ambiente multimediale che ha visto la partecipazione di relatori di alto livello, chiamati dall’Ufficio Bilinguismo e Lingue straniere provinciale a fare il punto sulla situazione attuale del settore.
Dopo i saluti ufficiali, in cui si è ricordato che la cultura è prima di tutto dialogo, e che le lingue sono uno strumento di questo dialogo, l'incontro - moderato da Siegfried Baur (Università di Klagenfurt e di Bolzano/Bressanone), che vanta anch'egli una lunga esperienza nel campo della didattica delle lingue - ha preso le mosse con l'intervento di Caterina Cangià.
Docente presso la Pontificia Università Salesiana di Roma nonché fondatrice e direttrice della Bottega d’Europa, innovativo laboratorio teatrale che mette le nuove tecnologie al servizio dell’apprendimento linguistico, ispirandosi al sistema dell’antica bottega artigiana, Caterina Cangià (“Lingue e linguaggi tra multimedialità e didattica”) ha illustrato come computer e teatro in sinergia siano estremamente coinvolgenti per i bambini, a partire fin dalla tenera età. Una multimedialità interattiva offre stimoli nel processo di comprensione.
Il computer va però usato al plurale, da gruppi di bambini e ragazzi, come parte di una attività più vasta. Quanto al teatro, esso dà la possibilità di ricreare il contesto, rende reale la situazione linguistica ed estremamente coinvolgente l’apprendimento.
Il giornalista specializzato ed esperto Stefan Michaelis di Hannover (“Lernen heute – lernen von gestern?”) ha mostrato l’attuale panorama dei software per l’apprendimento e l’autoapprendimento linguistico in Germania, segnalandone anche i punti critici. Se da una parte la sempre più sentita esigenza di apprendere le lingue straniere ha determinato un riconoscimento dell’importanza di internet e dei software, è invece rara l’applicazione di questi stessi media nell’insegnamento della lingua madre.
L’utilizzo del software didattico ha però un limite: la comunicazione, il parlare, permangono un atto proprio dell’uomo, a cui il computer non può sostituirsi.
Pier Cesare Rivoltella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (“Media educator e nuove tecnologie”) ha ricordato che media e tecnologie si trovano oggi a svolgere la stessa funzione che in contesti precedenti era svolta dalla scrittura. Prendendo in esame le trasformazioni che stanno interessando il sistema scuola-cultura-società ha individuato le parole d’ordine per quanto sta accadendo oggi all’interno di esso: “mercato”, “autonomia” e “qualità”.
Ha inoltre caratterizzato la funzione del Media educator come figura di educatore capace di integrare tutte le tecnologie e tutti i mezzi, dal corpo ad internet, in funzione degli apprendimenti.
Johann Drumbl, rettore ad interim dell’Università di Bolzano, nelle sue osservazioni conclusive, ha invitato a non dimenticare, accanto ai new media, la risorsa preziosa che ancor oggi costituiscono i “vecchi” media, esprimendo con convinzione l’importanza rivestita tutt’ora dai film in lingua originale.
In conclusione, la cerimonia di consegna dei diplomi della terza edizione del Corso di perfezionamento in Media educator dell’Università Cattolica di Milano: la scelta di svolgerla a Merano in questa particolare occasione vuole sottolineare un rapporto di collaborazione destinato a crescere. La diversità di formazione dei corsisti (dalle lingue alla giurisprudenza alle scienze della formazione) richiama tra l’altro quella trasversalità che la multimedialità condivide con le lingue.
Dopo i saluti ufficiali, in cui si è ricordato che la cultura è prima di tutto dialogo, e che le lingue sono uno strumento di questo dialogo, l'incontro - moderato da Siegfried Baur (Università di Klagenfurt e di Bolzano/Bressanone), che vanta anch'egli una lunga esperienza nel campo della didattica delle lingue - ha preso le mosse con l'intervento di Caterina Cangià.
Docente presso la Pontificia Università Salesiana di Roma nonché fondatrice e direttrice della Bottega d’Europa, innovativo laboratorio teatrale che mette le nuove tecnologie al servizio dell’apprendimento linguistico, ispirandosi al sistema dell’antica bottega artigiana, Caterina Cangià (“Lingue e linguaggi tra multimedialità e didattica”) ha illustrato come computer e teatro in sinergia siano estremamente coinvolgenti per i bambini, a partire fin dalla tenera età. Una multimedialità interattiva offre stimoli nel processo di comprensione.
Il computer va però usato al plurale, da gruppi di bambini e ragazzi, come parte di una attività più vasta. Quanto al teatro, esso dà la possibilità di ricreare il contesto, rende reale la situazione linguistica ed estremamente coinvolgente l’apprendimento.
Il giornalista specializzato ed esperto Stefan Michaelis di Hannover (“Lernen heute – lernen von gestern?”) ha mostrato l’attuale panorama dei software per l’apprendimento e l’autoapprendimento linguistico in Germania, segnalandone anche i punti critici. Se da una parte la sempre più sentita esigenza di apprendere le lingue straniere ha determinato un riconoscimento dell’importanza di internet e dei software, è invece rara l’applicazione di questi stessi media nell’insegnamento della lingua madre.
L’utilizzo del software didattico ha però un limite: la comunicazione, il parlare, permangono un atto proprio dell’uomo, a cui il computer non può sostituirsi.
Pier Cesare Rivoltella dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (“Media educator e nuove tecnologie”) ha ricordato che media e tecnologie si trovano oggi a svolgere la stessa funzione che in contesti precedenti era svolta dalla scrittura. Prendendo in esame le trasformazioni che stanno interessando il sistema scuola-cultura-società ha individuato le parole d’ordine per quanto sta accadendo oggi all’interno di esso: “mercato”, “autonomia” e “qualità”.
Ha inoltre caratterizzato la funzione del Media educator come figura di educatore capace di integrare tutte le tecnologie e tutti i mezzi, dal corpo ad internet, in funzione degli apprendimenti.
Johann Drumbl, rettore ad interim dell’Università di Bolzano, nelle sue osservazioni conclusive, ha invitato a non dimenticare, accanto ai new media, la risorsa preziosa che ancor oggi costituiscono i “vecchi” media, esprimendo con convinzione l’importanza rivestita tutt’ora dai film in lingua originale.
In conclusione, la cerimonia di consegna dei diplomi della terza edizione del Corso di perfezionamento in Media educator dell’Università Cattolica di Milano: la scelta di svolgerla a Merano in questa particolare occasione vuole sottolineare un rapporto di collaborazione destinato a crescere. La diversità di formazione dei corsisti (dalle lingue alla giurisprudenza alle scienze della formazione) richiama tra l’altro quella trasversalità che la multimedialità condivide con le lingue.
Data: 17.10.2003 - 18.10.2003