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Norma di attuazione sui docenti, Kompatscher: "Una pietra miliare"

Giunta provinciale e vertici dell'Università di Bolzano hanno illustrato i contenuti della norma di attuazione sulla formazione dei docenti.

Da sinistra il rettore Paolo Lugli, il presidente della Lub, Konrad Bergmeister e l'assessore Christian Tommasini Foto Usp

"Con la norma di attuazione sulla formazione dei docenti è stata posta una importante pietra miliare della nostra autonomia per quanto riguarda le politiche formative". Lo ha detto nel pomeriggio di oggi (2 febbraio) il presidente Arno Kompatscher, illustrando, assieme ai colleghi di giunta e ai vertici della Libera università di Bolzano, i contenuti della norma di attuazione approvata il 19 gennaio scorso dal consiglio dei ministri, che assegna nuove competenze in materia di formazione degli insegnanti in linea con quanto previsto dalla legge sulla “Buona scuola”. Quanto è previsto nella legge nazionale è, però, teoricamente suscettibile di future modifiche, "mentre grazie a questo passaggio ci garantiamo questa prerogativa per il futuro, visto che non saranno possibili interventi unilaterali". La norma stabilisce che la Provincia, d'intesa con la LUB e con il Conservatorio di Musica, possa disciplinare la formazione dei docenti che svolgono l’attività in Alto Adige e che possa attivare percorsi formativi abilitanti e specializzanti che saranno poi validi su tutto il territorio nazionale.

"Grazie a questa novità – ha sottolineato l’assessore alla scuola tedesca Philipp Achammer – facciamo un vero salto di qualità che ci permette di fissare le norme sulla formazione degli insegnanti tenendo conto delle esigenze del territorio, creando una maggiore integrazione dei sistemi formativi, puntando da un lato sull’aspetto dell’inclusione dal sistema italiano, e sulla formazione duale dal mondo di lingua tedesca". "Si apre una grande sfida – ha sottolineato l’assessore alla scuola italiana Christian Tommasini – sia per l’Università sia per il mondo della scuola. È importante che formiamo docenti in grado di insegnare in un contesto plurilingue e che abbiano una buona conoscenza del territorio e della sua storia. Questa è una responsabilità che ci prendiamo tutti molto volentieri".

Il presidente dell’ateneo, Konrad Bergmeister, ha invece chiarito che circa un terzo (90 crediti)del futuro percorso di formazione dei docenti sarà determinato localmente. "Proprio oggi – ha annunciato – abbiamo deciso di varare due centri di competenza, uno che riguarda l’inclusione un altro che riguarda il plurilinguismo”. Sull’obiettivo di puntare alla creazione di competenze digitali ha invece insistito il rettore Paolo Lugli, che tra i centri di competenza ha voluto ricordare anche quello che si occupa della storiografia regionale. "Il percorso di rimodulazione dei corsi – ha sottolineato il decano Paul Videsott – è già stato avviato negli ultimi due anni. Vogliamo che il nostro sistema di formazione dei docenti diventi un punto di riferimento a livello europeo". 

Secondo quanto previsto dalla norma di attuazione all’inizio del percorso i futuri docenti potranno fruire di una formazione – disciplinare e pedagogico-didattica – nella rispettiva madrelingua, italiana o tedesca, o, per quanto riguarda i futuri insegnanti delle scuole ladine, nelle lingue ladina, tedesca e italiana. La Provincia in futuro potrà, fra le altre cose, determinare il numero dei posti di studio sulla base del fabbisogno di personale docente, disciplinare le modalità e i contenuti delle prove di accesso, definire il punteggio con il quale integrare la votazione della prova di accesso in caso di possesso di certificazioni linguistiche. Per procedere concretamente all’attuazione della norma è stata creata una piattaforma di collaborazione tra Intendenze e università che a partire da marzo sarà diretta da Peter Höllrigl, l’ex Intendente scolastico tedesco. Compito della piattaforma è far lavorare in rete le Intendenze, le ripartizioni provinciali, le organizzazioni che si occupano di formazione e la Facoltà di scienze della formazione.

USP

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