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Continuità e innovazione, il Museion guarda al futuro

Un nuovo Statuto, un Collegio dei fondatori ridotto, una guida più forte e un Comitato artistico come piattaforma di dialogo e confronto con la società altoatesina: questi i presupposti con cui il Museion guarda al futuro. Per l'assessore Philipp Achammer si tratta di una "struttura che ha un ruolo centrale per lo sviluppo culturale dell’Alto Adige".

Apertura, dialogo e accesso a tutti: ecco come dovrà essere il Museion del futuro

Continuità e innovazione: sono i due pilastri su cui la partnership fra Provincia e associazione Museion ha voluto puntare con la nomina del nuovo Collegio dei fondatori e l'elaborazione del nuovo Statuto. "Un collegio più snello- ha spiegato Achammer - ridotto sia nel numero dei membri, che sono scesi a 7, sia nella durata in carica, passata da 5 a 3 anni". Dei 7 membri del Collegio dei fondatori, 4 sono di nomina provinciale, uno è espressione delle società civile, mentre gli altri 2 vengono nominati dall'associazione Museion. Oltre ai nomi già annunciati martedì dal presidente Arno Kompatscher durante la conferenza stampa della Giunta provinciale (Antonio Lampis, Mario Piffer Damiani, Walter Angonese, Barbara Pizzinini e Hans Peter Haselsteiner), oggi si sono aggiunti quelli di Federico Giudiceandrea e di Heinz Peter Hager. Lo stesso Hager, però, ha annunciato che la sua sarà una presenza solo temporanea, in attesa che si completi la trasformazione in associazione di sostenitori del Museion.

"Abbiamo voluto puntare sulla continuità - ha sottolineato Philipp Achammer - come testimoniato dalla presenza della ex Presidente Mario Piffer Damiani e del direttore della Ripartizione cultura italiana Antonio Lampis, per premiare gli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni, ma abbiamo anche cercato di aprirci a nuovi stimoli. Da questo punto di vista, il nuovo Comitato artistico del Museion dovrà diventare una vera e propria piattaforma di dialogo e confronto con tutta la società, una rete in grado di raccogliere anche gli spunti critici. Il museo di arte moderna e contemporanea può avere un futuro solido solo se saprà sfruttare la cooperazione fra pubblico e privato, e se saprà diventare un punto di riferimento per tutti, non solo per le elitè".

Proprio su questo tasto ha voluto insistere l'assessore provinciale, il quale si è detto "orgoglioso di avere fra le mie competenze il Museion, una struttura centrale per lo sviluppo culturale della nostra terra". Per il futuro Achammer punta con forza sui concetti di apertura e dialogo, e sottolinea che "il Museion deve diventare la casa di tutti gli altoatesini". Alla ex presidente del Collegio dei fondatori, Marion Piffer Damiani, è invece toccato il compito di dare uno sguardo al passato, tracciando un bilancio che viene definito positivo. "Questa avventura è iniziata in un momento molto difficile - ha spiegato - con problemi finanziari, un ricambio al vertice e una perdita di visitatori. Con orgoglio, però, possiamo dire di aver rimesso in sesto il Museion, come testimoniano anche i numeri: in 4 anni i visitatori sono cresciuti del 40% e nel 2014 abbiamo superato le 50mila presenze, consolidando il nostro ruolo-guida fra i musei di arte moderna e contemporanea dell'arco alpino".

mb

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