ON
& ON - Rassegna stampa
Giornale Alto Adige 25.11.2001
Tutto il fascino del dj
Bolzano, varata la rassegna "On & On"
sul palcoscenico le star della consolle
di Daniela Mimmi
BOLZANO. Una volta gli apparecchi di tutti i generi avevano
due pulsanti, "on" e "off". Forse li hanno
ancora, ma sicuramente il pulsante "off" si usa
sempre meno: il computer rimane costantemente acceso, e così
il cellulare, e soprattutto l'impianto stereo.
La musica non si può spegnere, sostiene Luca De Gennaro,
che ha scelto "On & on" per siglare una serie
di incontri, all'Auditorium Haydn, per imparare e insegnare
ad ascoltare. E di imparare ad ascoltare hanno voglia in molti,
visto che giovedì sera, al primo dei cinque incontri,
c'erano quasi trecento persone. Giovanissimi, ma anche qualche
genitore. L'argomento era in grado di accentrare l'attenzione
del vasto pubblico musicofilo: la figura sociologica del dj,
l'analisi delle mille sfaccettature del mestiere del dj, probabilmente
uno dei mestieri più affascinanti del mondo, dicono
loro. Dopo quello del musicista, pensiamo noi. Che ruolo ha
tra i giovani? E nella società? E' un musicista o solo
un tecnico con (evidenti) complessi di inferiorità?
E' un artista o solo un manipolatore di arti altrui? Chi è
in effetti il dj superstar? Che potere ha tra le mani? A queste
e ad altre mille domande che i ragazzi interessatissimi ponevano,
hanno cercato di rispondere Luca De Gennaro, in veste di dj,
ma anche di conduttore radiofonico (su Radio Rai 2 ha condotto
una delle più belle trasmissioni di musica, "Planet
rock", e attualmente conduce "Weekendance"
in onda il venerdì e il sabato notte), giornalista
(collabora tra l'altro con "Musica" di Repubblica)
e scrittore (ha scritto "Dj power" e ha collaborato
alla stesura del "Dizionario della canzone italiana")
e Fabio De Luca, anche lui giornalista musicale e conduttore
con De Gennaro di "Weekendance". Le risposte sono
ovvie: il dj non canta, non suona, armeggia con dischi di
altri, mixa e sovrappone schegge impazzite di musica, ma quello
che crea è musica. E su questo non c'è dubbio.
Ma, ci perdonino i dj, ci sembra un po' forzato l'accostamento
dei piatti del giradischi con una chitarra, del mixer con
un pianoforte a coda, del dj con il musicista. Ma ognuno,
si sa, difende il suo territorio. E così hanno cercato
di fare De Gennaro e De Luca per più di due ore, in
attesa di Claudio Coccoluto, la star della serata, che telefonava
dalla macchina, disperso nella nebbia della Val Padana. E'
arrivato alle 23,30, guidando da solo da Napoli (e all'1,30
quando è uscito dall'Auditorium è ancora andato
a bere qualcosa al bar poi è ripartito, sempre in macchina,
sempre da solo, per andare a dormire da amici a Modena. Questo
sì che è un vero dj!). E ha subito surriscaldato
l'ambiente, sia con la sua musica, sia con le risposte che
dava ai ragazzi in sala ("Si guadagna molto a fare il
dj?" risposta: "Lo si fa solo per passione e amore
per la musica". "E quelli che guadagnano 50 milioni
a sera e si spostano in elicottero da una discoteca all'altra?".
Risposta: "Anche loro lo fanno solo per passione".
"E quando gli anni passano che fa il dj?" Ci chiediamo
noi. Risposta non data, ma scontata: "Il dj fa il dj
per tutta la vita." Come fanno lui e i suoi colleghi
su quel palcoscenico, che i quaranta li hanno passati da un
pezzo). E' stato facile capire perché Claudio Coccoluto
è il dj italiano più famoso nel mondo. E' bastato
che si mettesse alla consolle. L'Auditorium, tempio della
musica classica, è stato bersagliato su tutti i lati
dalle ritmiche martellanti, dai suoni elettronici che veloci
si rincorrevano, dagli effetti strabilianti che Coccoluto
creava. Alla fine non sappiamo veramente se il dj è
un artista o un musicista, quale ruolo ha attualmente all'interno
della società, se ha valenza culturale o sociale. Sappiamo
solo, e questo è certo, che i dj sanno far ballare
e divertire. E al giorno d'oggi non è poco.
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