LO SCI
Lo sci è stato, con lo slittino, tra gli sport più praticati in Alto Adige. Inizialmente lo sci agonistico si avvicinava all'odierno concetto di sci da fondo; una specialità a parte era rappresentata dal salto che si combinava con lo sci da fondo per la conquista di vittorie e titoli (in pratica, l'odierna combinata nordica).

Poi lo sci da discesa incominciò a differenziarsi: nacque lo sci alpino che si suddivise in discesa libera e 'discesa con ostacoli' o 'obbligata', ossia lo slalom (la combinata tra discesa e slalom portò a classifiche di eccellenza come quelle del Kandahar, del Lauberhorn, dell'Hahnenkamm).
Tra i più forti sciatori altoatesini vanno citati Paola Wiesinger, campionessa mondiale di discesa nel 1932, e Vincenzo Demetz, medaglia di bronzo ai Mondiali di fondo (50 km) nel 1937.
Sciatori di spicco furono inoltre Hans Nogler (italianizzato in Giovanni Nano), Giovanni Kasebacher, Matteo e Angelo Senoner. Luigi Perenni (italianizzazione di Alois Prenn) fece parte della pattuglia militare (specialità dimostrativa, il futuro biathlon) che conquistò l'oro alle Olimpiadi di Garmisch-Partenkirchen nel 1936. Guglielmo (Willi) Holzner si laureò campione mondiale degli sciatori universitari (1933).
Altri come Carlo Gartner, Quinto Scalet ed Ermanno Nogler ebbero sportivamente vita breve perché la loro attività fu interrotta dalla guerra, prima di poter riprendere. E non sono mancati gli sciatori altoatesini che, avendo optato per la Germania, conquistarono titoli in Germania prima, in Austria poi (Vincenzo Demetz, Hans Nogler ecc.).
E' da ascriversi ad un altoatesino, Gunther Langes, l'invenzione dello slalom gigante (1935). Per la sua natura geografica e orografica è normale che chi sia nato dalle parti dell'Alto Adige abbia qualche possibilità in più di vincere medaglie e trofei negli sport della neve e del ghiaccio che, ancora oggi, sono tra i più praticati. Per le stesse ragioni più semplice vi riuscisse un ragazzo di montagna. Scontato, dunque, che i titoli li abbiano vinti ragazzi di lingua tedesca. Per i "cittadini", statisticamente anche per la maggioranza dei ragazzi di lingua italiana, sarebbe stata un'impresa.

E infatti sono stati pochi i risultati di prestigio raggiunti dagli atleti italiani nelle specialità invernali. Bene solo Sabina Panzanini di Sinigo (una vittoria in Coppa del Mondo nel gigante della Val Badia-1994), Bibiana Perez (una vittoria in Coppa del Mondo in combinata) e Morena Gallizio di Avelengo che ha conquistato un titolo mondiale juniores. Fra i successi altoatesini i tanti di Thöni (alle Olimpiadi: oro nel gigante e argento nello slalom a Sapporo in Giappone nel 1972, alle sue spalle si piazzo il fratello Roland, argento nel gigante a Innsbruck nel 1976), quello estivo di Carlo Senoner (Cile 1966), quello un po' fortunoso di Josef Polig (Albertville 1992), i titoli mondiali e le medaglie olimpiche (medaglia di bronzo in superG e in discesa a Lillehammer in Norvegia nel 1994) di Isolde Kostner. La bella medaglia di bronzo olimpica di Herbert Plank in discesa nel 1976 a Innsbruck. L'ottimo l'argento ai Mondiali di Saalbach, Austria 1991, di Peter Runggaldier.

IL BOB
In Alto Adige la tradizione del bob si localizza a Vipiteno, e precisamente lungo la strada del Giovo, nel tratto che da Calice scende a Casateia, tratto che si copriva in tempi che oscillavano tra i 10 ed i 15 minuti. Si è incominciato a gareggiare fin dall'epoca asburgica : si correva su bob a cinque posti, sui quali spesso trovavano posto anche donne (le regole dell'epoca stabilivano che un bob a cinque doveva ospitare due donne, un bob a tre ne doveva ospitare una). Con l'evoluzione del bob altrove, a cominciare da St.Moritz, si costruirono piste apposite.

A Vipiteno ciò non avvenne : si continuò pertanto a gareggiare solo su strada, ma il vivaio vipitenese diede non pochi campioni al bob su pista. Alle prime olimpiadi invernali, nel 1924 a Chamonix, l'Italia fu rappresentata dal bob "Jaufental" (Val di Giovo) che si classificò sesto : vi presero posto Obexer, Fink, Herbert e Steiner (i dati ufficiali del CONI non sono più precisi ; secondo il giornale altoatesino dell'epoca "der Landsmann" per la gara fu selezionato anche Luis Trenker, il futuro regista).

Ma ricordiamo tra i vipitenesi anche Renato Mocellini, che come interno ottenne l'argento alle Olimpiadi del 1956 (pilota Eugenio Monti), l'oro ai Campionati mondiali di Igls nel 1963 e l'argento a quelli di St.Moritz nel 1965.
Gare di bob negli anni Venti e Trenta si svolsero saltuariamente anche altrove, in Alto Adige, così sulla strada della Plose, ma con scarsa fortuna. Una pista di bob fu allestita in Val Gardena negli anni Trenta, ma l'iniziativa non ebbe praticamente seguito.
Molto frequentate furono invece, specie in Val Pusteria, le gare di slittino. La tradizione pusterese si esprime oggi a livelli mondiali sia nel bob che nello slittino.

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