Kofler Oliver LOST IN TIME

L’opera fa parte di una serie di tre fotografie scattate con una macchina fotografica Agfa 44 Box del 1933. La fotocamera ha un solo diaframma (f11), un tempo di esposizione automatico (1/60 sec.) e la possibilità di esporre per tutto il tempo desiderato (Bulb). È costituita da un corpo rettangolare con un obiettivo su un lato e questa forma permette di posizionare la fotocamera durante le lunghe esposizioni. A Kyoto, presso il Santuario Fushimi Inari, l’artista ha collocato la macchina fotografica su un piedistallo di cemento e impostato il tempo di esposizione a due minuti. Questa tecnica permette di sfocare le persone e le cose attraverso i loro stessi movimenti e il tempo ha un ruolo fondamentale.

Bolzano, 1991

Nel 2016 si presenta ufficialmente al pubblico come fotografo dopo aver documentato la vita quotidiana nelle metropoli di San Francisco e New York. Da quest’esperienza nasce il suo primo libro fotografico: 1/100 Home of the Free. Negli anni seguenti realizza vari progetti e mostre a Laives, Bolzano e Merano con lavori sviluppati in Sri Lanka, Indonesia, Parigi, Sardegna e Giappone. Si forma da autodidatta in camera oscura e fotografa esclusivamente in analogico. La meticolosità del suo lavoro di geometra si riflette inevitabilmente nel suo modus operandi: affascinato da tutto il processo meccanico che sta alla base dello scatto fotografico, esegue ogni passaggio con precisione, sviluppando una manualità artigianale spesso dimenticata.

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