La Mostra

La Mostra
Anfora con scena dionisiaca e Iscrizione dipinta con firma del ceramista “Nikosthenes epoiesen” (Nikosthenes fece) Seconda metà VI sec. a.C. Provenienza Cerveteri necropoli Cava d. Pozzolana ©Museo Naz.le Etrusco di Villa Giulia Archivio foto M.Benedetti

Le manifestazioni dell’“artigianato artistico – affermano le curatrici – rappresentano il miglior approccio per accostarsi alla conoscenza e allo studio degli Etruschi, che furono interlocutori privilegiati per i Fenici, i Greci e i Romani, fra le popolazioni del Mediterraneo antico. Attraverso le produzioni etrusche si può infatti provare a comprenderne i modelli, le fonti di ispirazione, l’immaginario, il modo di rapportarsi con la natura e il sacro, o gli influssi esercitati sulle altre culture”.  

“Nella necessaria selezione di oggetti significativi per l’argomento trattato – aggiunge la direttrice del Museo, Luana Toniolo - la mostra intende offrire un excursus sintetico ma evocativo dei capolavori e delle più caratteristiche produzioni dell’artigianato, del pantheon etrusco e delle forme di devozione diffuse a vari livelli della società. Al tempo stesso, l’occasione si configura come una straordinaria possibilità di conoscere alcune opere conservate nei depositi, che non sono da meno rispetto a quelle abitualmente esposte”.  

 

Otto le sezioni della mostra.
Il percorso inizia dalle opere più strettamente collegate al rito funerario, per proseguire con le produzioni artigianali tipicamente etrusche, e tra queste, i buccheri. Un focus viene riservato a una particolare produzione di ceramica decorata con figure nere: si tratta di un tipo speciale di anfore di fattura greca, firmate da Nikosthenes e realizzate dal celebre ceramista greco appositamente per la migliore clientela etrusca. La successiva sezione è rivolta ai nomi di artisti e artigiani etruschi che, come i loro “colleghi” greci, firmano le loro creazioni. In una società in cui il nome è tutto, ceramisti, architetti, bronzisti, coroplasti (artigiani della terracotta) non solo creano e personalizzano opere per una clientela d’élite, ma intendono anche sottolineare il nome del titolare della produzione. 

Accanto ai capolavori di celebrati maestri, riservati a pochi, in mostra anche esempi della produzione per una clientela più ampia, ma comunque d’eccellenza, per la quale vasellame da mensa in bronzo e tutto ciò che serve al banchetto o alla toeletta sono simbolica espressione di un sistema di valori condiviso. La lavorazione del bronzo, in cui gli Etruschi seppero primeggiare, era applicata anche alla forgiatura e cesellatura delle armi, come si comprende da un raffinato esemplare di elmo etrusco-italico che, come anche altri elmi, poteva essere esibito come bottino di guerra.

 

La grande varietà e raffinatezza dell'artigianato etrusco
Se la grande varietà e la raffinatezza dell’artigianato etrusco sono testimoniate per lo più dal rito funerario, non bisogna dimenticare l’eccellenza raggiunta dagli Etruschi nella sfera del sacro. A questo tema è dedicata l’ultima sezione della mostra. Vi si ammirano testimonianze di dediche, dalle lamine di Pyrgi, di straordinario valore, ai bronzetti votivi, alle offerte, agli strumenti per il culto e per l’esercizio di pratiche divinatorie. Il culto, quando da domestico diventava collettivo, trovava riferimento in templi e altari, sul modello greco e romano. Gli Etruschi crearono una loro specifica architettura templare, descritta da Vitruvio. A documentarla in mostra è un’antefissa del tempio del Portonaccio a Veio dove, in un rutilare di colori, è raffigurata una caratteristica testa di satiro.

 

I reperti selezionati per questa originale esposizione sono accompagnati da ampi apparati illustrativi e contenuti multimediali e da una linea del tempo che consentono di inserire i singoli reperti nel più ampio contesto al quale erano in origine destinati e, al tempo stesso, di seguire l’evoluzione di una civiltà che ha segnato la storia della penisola e dell’Europa e che come poche affascina e colpisce, duemila anni dopo, il pubblico.

 

Nel foyer del Centro Trevi è installata una riproduzione di uno dei più famosi monumenti funerari ritrovati nell’arco degli anni: la Tomba del letto funebre di Tarquinia, che si trova oggi al Museo Nazione Etrusco di Villa Giulia a Roma.

Il percorso comprende, infine, una postazione multimediale per approfondire le tecniche di lavorazione artistica e artigianale.

 

Sede di mostra: CentroTrevi-TreviLab, via Cappuccini 28, Bolzano

 

 Comunicato stampa 01.08.2024 (file word 139 KB)

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