La storia e la ricolonizzazione delle Alpi
Ci sono voluti circa 400 anni, tra il 16° e 19° secolo, perché l’uomo estinguesse quasi completamente lo stambecco alpino (Capra ibex) un tempo ampiamente diffuso su tutte le Alpi. La causa principale di questa forte contrazione è stata la caccia intensiva, che a sua volta trovava fondamento in differenti motivazioni. Non solo era ambita la carne dello stambecco, ma quasi tutte le parti del corpo erano ricercate. In particolare corna, ossa, il bezoario così come il sangue, hanno svolto un ruolo importante nella medicina popolare tradizionale. Lo stambecco è stato considerato alla stregua di una farmacia alternativa.
Il progresso tecnologico delle armi da fuoco ha consentito poi a gran parte della popolazione non abbiente di accedere al prelievo dell’ambita preda. Le protezioni legali per la diminuzione della popolazione di stambecco sono state attuate probabilmente con grave ritardo; al contrario: i pochi capi restanti erano spesso bramati dai bracconieri ed in questo quadro i rari stambecchi hanno visto aumentare il loro valore.
Il progresso tecnologico delle armi da fuoco ha consentito poi a gran parte della popolazione non abbiente di accedere al prelievo dell’ambita preda. Le protezioni legali per la diminuzione della popolazione di stambecco sono state attuate probabilmente con grave ritardo; al contrario: i pochi capi restanti erano spesso bramati dai bracconieri ed in questo quadro i rari stambecchi hanno visto aumentare il loro valore.A metà del XIX secolo giunse per lo stambecco il momento peggiore della sua storia. Praticamente scomparso dall’arco alpino, esso rischiava seriamente l’estinzione. Solo in Valle d’Aosta, nella zona del Gran Paradiso, sopravviveva un piccolo nucleo di 50/60 animali. Nel 1821, per merito di Giuseppe Dalapierre, venne introdotto il divieto di caccia alla popolazione residua. Con l’istituzione della Riserva Reale di Caccia dei Savoia, nel 1836, venne perfezionata la tutela di questi stambecchi. Il re incaricò 150 sorveglianti della protezione della colonia. In breve tempo la popolazione aumentò crescendo fino a 600/800 unità. Nel 1915 circa 4000 stambecchi vivevano di nuovo in Valle d’Aosta. Nel 1922 la zona venne dichiarata Parco Nazionale del Gran Paradiso. Da quel piccolo nucleo residuo hanno avuto origine tutte le attuali colonie di stambecco sulle Alpi.
Verso la fine del XIX secolo la Svizzera intendeva acquistare dal Re d’Italia alcuni esemplari da allevare in cattività e da utilizzare per future immissioni. Seguirono ripetute trattative senza successo. Alcuni bracconieri italiani vennero quindi incaricati di catturare alcuni stambecchi del Gran Paradiso e di farli arrivare in Svizzera. Nel 1906 giunsero così illegalmente i primi stambecchi nel Wildpark Peter und Paul nel Cantone San Gallo, allestito appositamente per l’allevamento della specie. Negli anni successivi vennero contrabbandati in Svizzera altri esemplari, che furono la base per la costituzione delle colonie fondate negli anni seguenti. Nel 1911 vennero rilasciati in svizzera i primi stambecchi così allevati.