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Gli Etruschi "sbarcano" al Trevi: un viaggio tra arte e cultura
L'esposizione "Etruschi - artisti e artigiani" ha aperto i battenti oggi al Centro Trevi-Trevilab di Bolzano alla presenza del vicepresidente della Provincia Marco Galateo.
BOLZANO (USP). Al Centro Trevi-TreviLab i visitatori potranno ammirare una mostra dedicata all'affascinante civiltà etrusca, famosa per la sua arte e la sua cultura. L'esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino al 2 febbraio, è promossa dalla Provincia autonoma di Bolzano, Cultura italiana, grazie alla collaborazione del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, diretto da Luana Toniolo, museo che conserva la più importante raccolta di opere etrusche al mondo, ed è curata da Valentina Belfiore e Maria Paola Guidobaldi del team curatoriale del museo. All’inaugurazione tenutasi oggi (24 ottobre) erano presenti il vicepresidente della Provincia e assessore alla cultura italiana Marco Galateo, il direttore di Dipartimento Antonio Lampis, Marisa Giurdanella, dirigente dell’Ufficio Cultura e Stefania Lorandi funzionario responsabile del progetto. Ospiti dal Museo Nazionale Etrusco la direttrice e le curatrici della mostra.
"Questa esposizione è una grande per “mantenere sempre vivo l’interesse verso la cultura e il ricco patrimonio artistico conservato nei grandi musei italiani”, ha sottolineato l vicepresidente della Provincia e assessore alla Cultura Marco Galateo. "Etruschi. Artisti e artigiani" è la seconda tappa del percorso pluriennale Storie dell’arte con i grandi musei, un progetto avviato dalla Ripartizione Cultura italiana nel 2023 con la mostra Antichi Egizi: maestri dell’arte, realizzata a cura del Museo Egizio di Torino. Il progetto ha l’ambizione di accompagnare il pubblico in un viaggio alla scoperta delle civiltà antiche e moderne e di raccontare, anno dopo anno, come si è sviluppata nel corso dei secoli la relazione con la figura sociale dell’artista.
Un viaggio nel cuore di una civiltà antica
Quella in programma al Centro Trevi non é una mostra generica sugli Etruschi, bensì un viaggio nel cuore di una civiltà antica incentrato su un aspetto specifico, quello della produzione artistica e artigianale.“Gli Etruschi furono interlocutori privilegiati per i Fenici, i Greci e i Romani, fra le popolazioni del Mediterraneo antico. Attraverso le produzioni artigianali etrusche - spiegano le curatrici- si può provare a comprenderne i modelli, le fonti di ispirazione, l’immaginario, il modo di rapportarsi con la natura e il sacro, o gli influssi esercitati sulle altre culture”.
“Nella necessaria selezione di oggetti significativi per l’argomento trattato – aggiunge la direttrice del Museo, Luana Toniolo - la mostra intende offrire un excursus sintetico ma evocativo dei capolavori e delle più caratteristiche produzioni dell’artigianato, del pantheon etrusco e delle forme di devozione diffuse a vari livelli della società.
Otto le sezioni della mostra. Il percorso inizia dalle opere più strettamente collegate al rito funerario, per il quale l'artigianato etrusco, fin dalle sue origini, si distinse per originalità ed elevata qualità. Le sepolture, inizialmente semplici e uniformi, si arricchirono gradualmente di oggetti preziosi e di elementi distintivi, riflesso di una crescente differenziazione sociale.
Il percorso di mostra prosegue con le produzioni artigianali tipicamente etrusche, fra cui i buccheri, una particolare ceramica di colore nero e con la superficie lucida. Una particolare attenzione viene riservata a un tipo di ceramica decorata con figure nere del noto ceramista greco Nikosthenes per la migliore clientela etrusca. La successiva sezione è rivolta ai nomi di artisti e artigiani etruschi che, come i loro “colleghi” greci, firmano le proprie creazioni. È il caso di Velthur Ancinies, noto da una firma graffita su un frammento che ha permesso di attribuire alla sua bottega l’intera produzione del gruppo etrusco-corinzio dei Rosoni. Accanto alle opere firmate in mostra sono anche esempi della caratteristica produzione di vasellame da mensa in bronzo e di ulteriori suppellettili funzionali al simposio e alla cura del corpo. Un altro oggetto di grande rilevanza era lo specchio, un accessorio femminile con una precisa funziona pratica, attestato anche in sepolture maschili. Caratteristica degli specchi etruschi è il retro ornato con scene mitologiche di carattere simbolico legate alla bellezza e alla toeletta.
La lavorazione del bronzo, in cui gli Etruschi seppero primeggiare, era applicata anche alla forgiatura e cesellatura delle armi, come si comprende da un raffinato esemplare di elmo etrusco-italico, che poteva essere anche esibito come bottino di guerra. Se la grande varietà e la raffinatezza dell’artigianato etrusco sono testimoniate per lo più dal rito funerario, non bisogna dimenticare l’eccellenza raggiunta dagli Etruschi nella sfera del sacro. A questo tema è dedicata l’ultima sezione della mostra ove si possono ammirare testimonianze di dediche, alcune delle quali di straordinario valore, come le lamine di Pyrgi. I reperti selezionati per questa originale esposizione sono accompagnati da apparati illustrativi che consentono di contestualizzare le singole opere e di seguire l’evoluzione di una civiltà che ha segnato la storia della penisola e dell’Europa e che come poche, duemila anni dopo, è ancora in grado di affascinare il pubblico.
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