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Stocker: analisi della struttura del sistema sociale provinciale

Nei prossimi mesi l’assessora alla sanità ed alle politiche sociali, Martha Stocker, visiterà le principali strutture del sociale operanti in provincia.

Importante il ruolo dei laboratori protetti per consentire agli utenti di entrare nel mondo del lavoro

L’assistenza sociale in Alto Adige è suddivisa in sette Comprensori che a loro volta sono composti da 20 distretti sociali. Nei prossimi mesi l’assessora provinciale alle politiche sociali, Martha Stocker, ha intenzione di farsi un quadro completo delle esigenze dei distretti sociali e dei loro servizi. “Il sociale in Alto Adige si basa sul contatto diretto con le persone.

I prossimi anni, a causa del rapido cambiamento della società, saranno caratterizzati da un aumento delle diverse richieste nei confronti del sistema sociale e porranno la nostra Provincia di fronte a nuove sfide.

Proprio per questa ragione è fondamentale, assieme agli operatori dei vari servizi che operano sul territorio, avere un quadro complessivo delle prestazioni che vengono erogate e dei possibili nuovi settori di attività” afferma l’assessora Stocker.

Il distretto sociale dell’Oltradige e la struttura per richiedenti asilo presso l’ex Caserma Mercanti di Appiano, i laboratori protetti nel centro sociale di Cortaccia e la casa di riposo della Fondazione Benjamin-Kofler di Salorno sono stati visitati di recente dal direttore di Dipartimento, Michael Mayr, il quale si è confrontato con gli operatori delle varie strutture.

“Vogliamo raccogliere nei prossimi mesi le opinioni, le esigenze e le proposte degli operatori e degli utenti, verificare quali sono i settori che attualmente usufruiscono di un buon servizio e dove vi è necessità di migliorare” aggiunte l’assessora.

In Alto Adige operano attualmente 24 laboratori protetti nei quali vi sono complessivamente 657 posti a disposizione di persone disabili, posti quasi completamente coperti.

In queste strutture vengono valorizzate ed incentivate le competenze lavorative delle persone disabili. Ad esempio nel laboratorio protetto di Cortaccia, suddiviso in vari reparti, vengono offerti ambiti lavorativi chiaramente definiti. Tra questi vi è un laboratorio protetto per il legno nel quale sono prodotti oggetti di uso comune.

Vengono inoltre curati i rapporti con l’esterno attraverso la gestione del bar della struttura ed un gruppo di utenti collabora con gli operatori dei Comuni limitrofi.

“L’occupazione di persone disabili nei laboratori protetti può essere di natura continuativa. Sempre più spesso dovrebbe però essere realizzato un inserimento nel mercato del lavoro dato che il lavoro è fondamentale per la dignità e l’autostima” conclude l’assessora Stocker.

 

 

FG

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