3 ori
e 2 argenti in 4 olimpiadi
|
Klaus
Dibiasi, il più grande tuffatore al mondo di
tutti i tempi è rimasto nel cuore degli sportivi.
Quando si parla di tuffi, anche indirettamente si chiama
in causa Dibiasi. Klaus Dibiasi è nato a Solbad
Hall, in Austria, il 6 ottobre 1947. A Bolzano lo ricordano
per i suoi trionfi, per i meeting vinti alla grande
al Lido di viale Trieste e per quelle splendide sfilate
con auto cabrio al ritorno in città dopo qualche
grande trionfo. Al suo fianco c'era Carlo-Karl, il compianto
padre allenatore, già tuffatore, tra i pionieri
della disciplina. Carlo stravedeva per Heinz, che considerava
una vera e propria promessa dalla straordinaria classe
e dal grande talento. |
Heinz però ebbe un
incidente sugli sci e fu costretto ad abbandonare la carriera
tuffistica. Continuò Klaus, ovviamente agli ordini
di papà Carlo. Vuoi per la voglia di riscatto, vuoi
per la grande passione, vuoi soprattutto per l'innato talento,
riuscì ad emergere. Nel 1962, allo stadio del nuoto
di Roma, Carlo Dibiasi, 53 anni e suo figlio Klaus, 15 anni,
si erano trovati a competere uno contro l'altro sullo stesso
trampolino. In un secondo e mezzo, un secondo e otto che
intercorre tra lo stacco dalla piattaforma e l'ingresso
in acqua ha dipinto in cielo figure straordinarie, nell'ambito
di movimenti obbligati, facendo spellare le mani alla gente.
Klaus è lo sportivo bolzanino per antonomasia, il
campione più grande in assoluto. E' stato ed è
un mito. In allenamento si tuffava anche cento volte al
giorno e per cento volte si sottoponeva all'insindacabile
giudizio di papà Carlo, che lo correggeva, lo istruiva,
fino a fargli trovare la perfezione.
1964 TOKIO (Giappone) - 1 ARGENTO
(PIATTAFORMA)
Klaus Dibiasi ha debuttato
ai Giochi Olimpici di Tokyo, nel 1964, nella stupenda piscina
di Yoyogi, una delle più belle al mondo. Non era
ancora abituato ad esibirsi al chiuso è un po' gli
mancava il trampolino del Lido fi viale Trieste e il cielo
della "sua" Bolzano. Aveva appena sedici anni,
un ragazzo con poca esperienza messo a confronto con avversari
molto forti. Papà Carlo lo tranquillizzò e
lo rassicurò a tal punto da farlo sentire sempre
sereno. La notte prima delle gare riusciva a dormire, tanto
che una notte ci fu il terremoto e non si accorse di nulla.
Papà Carlo, invece, non dormiva ma vegliava il sonno
del figlio. Da quei giochi Klaus tornò a casa con
l'argento dalla piattaforma. Nel '66 conquistò il
titolo europeo dalla piattaforma.
1968 CITTA'
DI MESSICO (Messico)
1 ORO (PIATTAFORMA) - 1 ARGENTO (TRAMPOLINO)
Uno dei tre ori complessivi
della spedizione italiana in Messico è di Klaus.
Dibiasi si impone dalla piattaforma. Le altre medaglie
del metallo, più pregiato le ottengono Vinelli
nell'individuale su strada di ciclismo e il due con
di canottaggio. Riesce anche a cogliere il posto d'onore
dal trampolino. Un exploit. Nel 1970 conquista l'argento
europeo sia dalla piattaforma che dal trampolino. |
|
1972 MONACO (Germania) - 1
ORO (PIATTAFORMA)
I Giochi di Monaco sono macchiati
dal tragico sequestro di atleti israeliani da parte di un
commando palestinese di otto uomini, penetrato nel villaggio
olimpico. Due israeliani vengono uccisi durante l'irruzione
e altri presi in ostaggio prima del finale in carneficina:
18 morti, di cui altri 9 atleti israeliani dopo il trasferimento
in aeroporto durante la notte, 5 fedayn, un poliziotto e
un pilota morto il giorno dopo il ferimento.
Una tragedia nella guerra fra Israele e l'Organizzazione
per la Liberazione della Palestina, le cui frange estremiste,
i fedayn di "Settembre nero" ingauinano i Giochi.
E' il più cruento e sanguinoso attacco subito dalle
Olimpiadi. Dibiasi tiene alto il blasone azzurro conquistando
l'oro dalla piattaforma.Dal trampolino si fregia dell'argento
Giorgio Cagnotto, torinese, ma bolzanino d'adozione visto
che si allena con Klaus. Cagnotto conquista anche il bronzo
dalla piattaforma.
|
Nel 1973, Dibiasi conquista l'oro dalla piattaforma
e l'argento dal trampolino ai campionati del Mondo.
Nel 1974 vince l'oro europeo sia dalla piattaforma che
dal trampolino.
1976 MONTREAL (Canada)
- 1 ORO (PIATTAFORMA)
Terzo oro in altrettante
edizioni consecutive per Klaus Dibiasi (argento nel
'64). Dalla piattaforma nonha rivali: il più
grande è ancora lui il grande, gradissimo "Angelo
biondo" di Bolzano. |
top
2 ori olimpici nel ciclismo dopo la gloria nell'atletica
|
Antonella
Bellutti è nata a Bolzano il 7 novembre 1968,
diplomata Isef. Alta m. 1.80 vanta un peso forma di
kg 72. Ha iniziato a gareggiare su pista con i colori
dell'Ultragas per poi passare alla Società Ciclistica
Adriana Bolzano, con cui è arrivata all'oro olimpico
'96, quindi è passata alla Vittorio Veneto Sprint
e poi alla Bata Moser. E' diplomata Isef. La sua specialità
ciclistica principale è stata l'inseguimento
individuale sui tremila metri. E' arrivata al record
mondiale infranto a Cali, in Colombia, alla vigilia
della Pasqua 1996 (3'31"920). Primato battuto poi
da Marion Clignet - la francese battuta da Antonella
(con record olimpico) ai Giochi di Atlanta '96 -, a
Manchester (Gran Bretagna) il 31 agosto '96: 3'30"974.
Più volte leader di Coppa del Mondo e vincitrice
della stessa (prima nell'inseguimento nel '95 e terza
nella generale, prima nella classifica generale nel
1996 e nel 1997 con sei vittorie parziali), campionessa
europea omnium a Berlino nel 1997 (prima nell'inseguimento,
seconda nell'eliminazione, terza nel giro lanciato e
nella corsa a punti e quarta nello scratch), argento
mondiale (Bogotà, Colombia 1995) dietro all'americana
Rebecca Twigg, dopo il quarto posto in Italia (Palermo,
1994). |
Ha vinto i primi due titoli
italiani dell'inseguimento a Lanciano nel 1994 e a Varese
nel 1995, poi una ricca collezione. Terza ai mondiali di
Manchester nel '96 dietro alla vincitrice Marion Clignet
e alla seconda, l'australiana Tyler-Sharman. Quindi, una
raffica di titoli italiani nell'inseguimento, dopo il secondo
posto a Bassano del Grappa nel 1992, al debutto, con la
maglia dell'Ultragas, dietro a Gabriella Pregnolato. Antonella
ha vinto il tricolore nell'inseguimento dal 1994 al 2000
ininterrottamente. Nei 500 metri da ferma si è laureata
campionessa italiana nel '95 e si è ripetuta senza
soste fino al 2000. Nel '97 e nel '99 ha vinto anche il
tricolore nella velocità. Nel '97 si è laureata
campionessa nazionale anche nell'individuale a punti. Vanta
un secondo posto agli italiani a cronometro individuale
su strada a Ora (Bolzano) nel 1994 e alcuni successi in
prove in linea su strada. Il 1996 è l'anno delle
Olimpiadi ad Atlanta: un inverno di lavoro duro, ritiri
con la nazionale, tabelle di allenamento e tanti esperimenti
alla ricerca della posizione ottimale sulle nuova bici col
manubrio piegato. In aprile in Colombia a Cali, il nuovo
record del mondo sui tre chilometri: 3'31"924.
Ad
Atlanta arriva l'oro: dopo aver battuto l'inglese Mc
Gregor e l'australiana Watt va in finale con la Clignet:
è la medaglia d'oro. Una medaglia che ho dedicato
a chi crede ancora nello sport pulito. Nel '98 ha conquistato
il successo nella "Sei Giorni di Milano",
vincendo due prove di Coppa del Mondo e otto vittorie
su strada. Nel '998 oltre a tre maglie tricolori anche
l'argento agli europei omnium di Dalmine, e tre secondi
posti in prove di Coppa del Mondo, due vittorie su strada,
il nono posto ai mondiali su pista nell'inseguimento.
Nel 2000, la vittoria in Coppa del Mondo a Città
del Messico e diversi buoni piazzamenti nelle varie
prove dello stesso circuito internazionale, disputato
per preparare i Giochi, quindi due maglie tricolori
a Dalmine (Bergamo) nell'inseguimento individuale e
nei 500 con partenza da ferma. |
|
Da ragazzina ha praticato
con successo l'atletica leggera. A dieci anni correva i
60 ostacoli in 10" netti. Vale la pena ricordare i
suoi trascorsi su piste. Poi tanti risultati di prestigio
su piste e pedane.
Passerà alla storia dello sport italiano il 21 settembre
2000, non solo per le tante medaglie azzurre (tre d'oro
e tre di bronzo in appena 140 minuti), ma, soprattutto per
la straordinaria impresa di Antonella Bellutti, prima donna
nella storia dello sport italiano capace di vincere due
ori individuali in due Olimpiadi estive e, perlopiù
in due specialità diverse della medesima disciplina.
|
Antonella conquista l'oro nella corsa a punti
e scopre di aver compiuto una vera e propria impresa
in una Olimpiade con forte tonalità di rosa in
mezzo all'italico azzurro solo mentre giocherella con
la sua medaglia in conferenza stampa. Nell'individuale
a punti, in quella che doveva essere la sua ultima corsa
e la sua seconda e ultima possibilità sulla pista
di Sydney centra un'impresa vera e propria. Dopo il
rimpianto per aver fallito nella prova dell'inseguimento
che ad Atlanta le aveva dato l'oro (fuori dalle semifinali
per un battere d'occhio), con il rimpianto di aver sbagliato
a dosare le forze, nella corsa a punti ritrova forti
motivazioni e grande carattere.
|
top
Oro nel naottaggio a Melbourne 1956
Alla sedicesima edizione
dell'Olimpiade, in Australia, a Melbourne, dal 22 novembre
all'8 dicembre 1956 partecipa con successo anche l'altoatesino
Alberto Winkler, uno dei componenti del quattro con di canottaggio.
Si tratta della squadra della Moto Guzzi, formata da dipendenti
dell'azienda motociclistica di Mandello Lario: Franco Trincavelli,
Angelo Vanzin, Romano Sgheiz e da Alberto Winkler con timoniere
Ivo Stefanoni. Vincono davanti a Svezia e Finlandia e al
rientro in patria vengono premiati con uno Zigolo, popolare
motocicletta dell'epoca e ottengono un lieve avanzamento
nelle mansioni in fabbrica. Caratteristica dell'armo italiano
è la rivoluzionaria disposizione dei remi: il primo
e il quarto da un lato, gli altri due dall'altro. Un'idea
dell'ingegner Carcano della Moto Guzzi per evitare di procedere
a zig-zag. Un'innovazione in seguito adottata in tutto il
mondo. Alberto Winkler, venostano trapiantato in Lombardia
per lavorare alla "Guzzi" è il primo regionale
della storia a salire su un podio olimpico.
Oro nei pesi a Los Angeles 1984
Quattro Olimpiadi: Mosca
(decimo) Los Angeles (oro), Seul (Sesto) e Barcellona (decimo)
per Norberto Oberburger, nato a Merano l'1 dicembre 1960,
residente a Lagundo, alto m. 1.82 per 109 chili, in forza
all'epoca delle due edizioni dei Giochi alla società
Olimpic Club Merano, in gara nella categoria fino a 110
chilogrammi. All'epoca atleta a tempo pieno. Norberto ha
abbracciato tante culture, tanti modi di essere e di fare,
grazie a papà Giuseppe, birraio, con sangue un po'
francese, un po' ligure, un po' piemontese ed un nonno pusterese
e a mamma Iris, casalinga, di origini mantovane. Un curriculum
sportivo ricco di successi coronato con il titolo olimpico
di Los Angeles ma anche tante medaglie ai campionati mondiali
ed europei. A Los Angeles ha conquistato l'oro in assenza
degli atleti dell'Est, rimasti a casa per il boicottaggio
dei Paesi socialisti (esclusa la Romania). A Seul e Barcellona
invece il colosso di Lagundo ha dovuto vedersela nuovamente
con gli specialisti dell'Est, in particolare sovietici e
bulgari, che sono da sempre i suoi avversari più
pericolosi. Oberburger è l'atleta che ha dato all'Italia
una medaglia d'oro che mancava da 60 anni sollevando 390
chili complessivi. Una medaglia arrivata pochi giorni dopo
la nascita della primogenita Sabine. La carriera l'ha iniziata
quasi per gioco: il quindicenne Norberto si presentò
alla palestra dell'Athletic Club accompagnato da un amico,
quasi per togliersi una curiosità. E li incontrò
Giancarlo Concin tra i promotori del sollevamento pesi in
regione. Nel 1979 a Parma ad appena 19 anni conquistò
il primo titolo tricolore con un totale di 285 chilogrammi
nelle due alzate ( 135+150).
A Mosca alla sua prima Olimpiade Oberburger gareggiò
nella categoria fino a 90 chili, finì decimo con
un totale di 315 chili (147,5+167,5), a Los Angeles come
a Seul l'impegno è invece stato nella categoria fino
a 110. Passo dopo passo, chilo dopo chilo, il primato personale
del campione olimpico di Los Angeles '84 salì a 427,500,
in due alzate alla vigilia di Seul. Finì sesto in
ai Giochi '88 e decimo a quelli del '92 a Barcellona.
top
2 bronzi consecutivi: Atlanta e Sydney
Atlanta 1996: medaglia di bronzo
|
Da
mascotte, da "cucciolo" a numero uno del judo
rosa italiano. Ylenia Scapin, nata a Bolzano, l'8 gennaio
1975, m. 1.68 per 72 kg, portacolori del Ken Otani Bolzano,
club presieduto dal professor Franco Pisetta e diretto
dal maestro Emanuele Salonia, campionessa italiana assoluta
nel '92, '94 e '95, terza ai mondiali juniores '92,
quinta agli europei juniores '92, seconda agli europei
juniores '93, quinta agli europei seniores '94 e terza
alle Universiadi '95 è salita sul terzo gradino
alle Olimpiadi nella sua categoria: 72 kg. La ragazza
bolzanina, da tempo è in forza al Centro nazionale
della Filpjk di Ostia ha conquistato un grande risultato,
fino a quel momento il più grande della sua carriera.
|
Domenica 21 luglio 1996
ha inchiodato al tappeto la francese Estha Essombe, si è
messa le mani nei capelli, è scoppiata a piangere
per un bronzo che vale oro, senza retorica. Facciamo un
passio indietro. Battuta la favorita cinese Chun Hui Leng
nel primo match, Ylenia, è stata poi superata inaspettatamente
dalla meno quotata ucraina Beliaeva, imboccando così
la lunga e tortuosa strada dei ripescaggi. Tre successi
di fila le hanno permesso di arrivare alla finale per il
bronzo con la transalpina Essombe, letteralmente distrutta.
Con
una mossa rapida ha atterrato l'avversaria chiudendo
il match per ippon, il secondo della giornata. Dopo
la sconfitta con l'ucraina Beliaeva, la strada sembrava
tutta in salita, ma Ylenia ha dato tutto. Sfumati ormai
oro e argento, si è concentrata per arrivare
almeno al terzo posto. Al bronzo è arrivata disputando
la più lunga serie di incontri della giornata,
restando complessivamente in pedana per 15'36".
Ylenia Scapin è medaglia di bronzo anche alle
Olimpiadi di Sydney. Bissa il risultato di Atlanta nel
judo, questa volta nei 70 kg.. Disegna un quadro sportivo
straordinario e chissà che non lo traduca presto
in un'opera, lei che ama la pittura. |
|
Alla bolzanina resta l'amaro
in bocca per una cervellotica decisione arbitrale che le
ha impedito di andare avanti e competere per una delle altre
due medaglie, sicuramente alla sua portata.
All'alba italiana del 20 settembre, Ylenia Scapin è
scesa sul tatami per disputare il primo incontro che la
opponeva alla venezuelana Xiomara Griffith. La bolzanina
si è imposta nettamente con un ippon. Secondo match
sfortunato. Ylenia è stata sorpresa da una fulminea
azione della coreana Min Sun Cho ed è stata battuta
per yuko, non senza rammarico per via di una discutibile
decisione arbitrale che non ha punito con una sanzione l'avversaria
della bolzanina. Come ad Atlanta, Ylenia è riuscita
a finire nel tabellone di recupero per competere al massimo
per il bronzo.
Nella prima sfida la bolzanina ha avuto ragione dell'atleta
battuta dalla Cho, la russa Yulia Kouzina, sconfitta nettamente
(tre yuko). E' stata quindi la volta della tedesca Yvonne
Wansart, battuta con decisione e rabbia.
|
Poi
l'incontro decisivo per la medaglia di bronzo contro
la spagnola Ursula Martin. Grintosissima, quasi rabbiosa,
Ylenia ha controllato la sfida per poi sferrare il colpo
decisivo, imponendosi per ippon, guadagnandosi gli scroscinati
applausi del numeroso pubblico.La medaglia d'oro è
andata alla cubana Sibelis Veranes, l'argento alla brittanica
Kate Howey e i due bronzi (nel judo se ne assegnano
due: i semifinalisti si trascinano ciascuno i propri
avversari che hanno battuto, i quali danno vita ad un
girone di ripescaggio separato. I vincitori del girone
A e B affrontano per il bronzo, i perdenti delle due
semifinali, con schema incrociato. Chi è recuperato
dal girone A sffronta il perdente del B e viceversa)
a Ylenia Scapin e alla sudcorana Min Sun Cho. |
top
Argento nella varabina a Los Angeles 1985
Ad Edith Gufler, giovane
benzinaia meranese, sconosciuta fino a Los Angeles, ai Giochi
dell'84, l'oro olimpico sfugge di pochissimo nel tiro a
segno femminile, specialità carabina ad aria compressa:
391 punti contro i 393 dell'americana Spurgin e con due
di vantaggio sul bronzo della cinese Wu Xiaoxuan. L'argento
è comunque un risultato eccezionale, che la premia
di tanti sacrifici e della sua grande passione per le armi.
La medaglia mancante è un oro di gruppo che si perde
nella notte dei tempi e a conquistarlo fu Alberto Winkler.
Edith Gufler nasce a Merano il 6 agosto 1962, alta m 1.78,
pesa 65 kg. Gareggia per la società di Merano ed
è allenata da Luigi Testarmata. Prima di Los Angeles
disputa i mondiali '82 e '83 e gli Europei negli stessi
anni. Due volte primatista italiana nella carabina da 10
metri, prima dei Giochi conquista un titolo italiano.
5 olimpiadi e 4 medaglie per il Bolzanino adottato
|
Bolzano
ha adottato un grande dei tuffi, Giorgio Cagnotto, protagonista
in parallelo nell'epoca gloriosa del movimento nazionale:
vent'anni, dal 1960 al 1980. Lui è Dibiasi spopolavano
ovunque, lui e Dibiasi si allenavano insieme nel capoluogo
altoatesino. Tra i due una forte e sincera amicizia,
una sana, apprezzabile rivalità sportiva, grande
rispetto e considerazione l'uno dell'altro. Giorgio
Cagnotto nasce a Torino il 2 giugno 1947. |
E' cittadino bolzanino.
Ha sposato Carmen Casteiner a sua volta tuffatrice di valore
ed è papà di Tania, ai Giochi di Sydney a
15 anni. Giorgio, in realtà, all'anagrafe figura
Franco. Questo è il nome scritto sugli atti di nascita.
Tutti però lo hanno chiamato sempre Giorgio durante
la lunga e gloriosa carriera sui trampolini di tutto il
mondo. Giorgio esordisce in nazionale nel 1963: al meeting
internazionale di Vienna conclude in decima posizione; Nel
1964 partecipa alle Olimpiadi di Tokio a 17 anni e quattro
anni dopo è presente a quelle di Città del
Messico. Nel 1970 vince gli europei a Barcellona, nel 1972
conquista un argento dal trampolino e un bronzo dalla piattaforma
ai Giochi di Monaco di Baviera. Nel 1976 disputa la quarta
Olimpiade, in Canada, a Montreal: termina al secondo posto
dal trampolino di tre metri. Non si arrende. Nel 1980, a
sorpresa è terzo dell'edizione di Mosca dei Giochi.
Torna dalla Russia, si ritira dall'attività agonistica
e si sposa. Cinque partecipazioni Giochi Olimpici e quattro
medaglie. Tante soddisfazioni e forse un piccolo rammarico:
l'oro sfuggitogli per pochissimi punti nell'avvincente e
combattutissima finale di Monaco di Baviera nel '72, nell'Olimpiade
insanguinata.
top
L'importante
è partecipare
Tutti i Altoatesini alle olimpiadi estive
...medagliati e piazzati...
1936 BERLINO (Germania)
Karl DIBIASI tuffi 10°
1956 MELBOURNE (Australia)
Albert WINKLER cannottaggio
4 con 1°
(con il team Moto Guzzi: R. Sgheiz, A. Vanzin, F. Trincavelli,
tim. I. Stefanoni)
1960 ROMA (Italia)
Karl PUTZ Pentathlon moderno
9° a squadre
1964 TOKIO (Giappone)
Klaus DIBIASI tuffi piattaforma
2°
1968 CITTA' DEL MESSICO (Messico)
Klaus DIBIASI tuffi piattaforma
1°
Klaus DIBIASI tuffi trampolino 2°
Giuseppe DE CHIRICO carabina piccolo calibro 43°
1972 MONACO DI BAVIERA (Germania)
Giuseppe DE CHIRICO carabina
piccolo calibro 4°
Klaus DIBIASI tuffi piattaforna 1°
Klaus DIBIASI tuffi trampolino 4°
1976 MONTREAL (Canada)
Carla WIESER ginnastica 77°
Klaus DIBIASI tuffi piattaforma 1°
Klaus DIBIASI tuffi trampolino 8°
Carmen CASTEINER tuffi piattaforma 19°
Giuseppe DE CHIRICO carabina piccolo calibro 60°
1980 MOSCA (Unione Sovietica)
Erica ROSSI atletica leggera
4x400 11°
Erica ROSSI atletica leggera m. 400 n.q. 52"98
Norbert OBERBURGER sollevamento pesi 90 kg. 10°
1984 LOS ANGELES (Stati Uniti)
Erica ROSSI atletica leggera
m. 400 n.q. 53"04
Erica ROSSI atletica leggera 4x100 6° 3'30"82°
Maria CANINS ciclismo strada 5°
Norbert OBERBURGER sollevamento pesi 110 kg. 1°.
Edith GUFLER carabina ad aria compressa 2°
Klaus MARAN windsurf 5°
1988 SEOUL (Corea del Sud)
Irmgard TROJER atletica leggera
400 ost. 4° batt., 8. n.q. in semif.
Maria CANINS ciclismo strada 32°
Norbert OBERBURGER sollevamento pesi 110 kg. 6°
Anna BACCHIEGA vela classe 470 12°
1992 BARCELLONA (Spagna)
Irmgard TROJER atletica leggera
400 ost. elim. semif. 55"49
Norbert OBERBURGER sollevamento pesi 110 kg. 10°
1996 ATLANTA (Stati Uniti)
Antonella BELLUTTI ciclismo
inseg. indiv. 1°
Ylenia SCAPIN judo 72 kg. 3°
2000 SYDNEY (Australia)
Antonella BELLUTTI ciclismo
corsa a punti 1°
Antonella BELLUTTI ciclismo inseg. Individ. n.q.
Ylenia SCAPIN judo 70 kg. 3°
Sara PARISE nuoto staff. 4 x200 sl n.q.
Sara PARISE nuoto 200 stile libero semif.
Tania CAGNOTTO tuffi tramp. semif
Hubert PALLHUBER mountain bike 31.
Gertrud BACHER atletica- eptathlon 14.
Monika NIEDERSTAETTER 400 ost. Atletica n.q.
LEGGENDA:
n.q.= non qualificato/a
top
|