Per le sue connotazioni storico-culturali
la celebre raccolta di novelle delle Mille e una notte può
fungere da
ponte ideale tra il mondo arabo e quello persiano ed indiano,
raccordando fra loro due delle sezioni di “Verso nuove
culture”, che dopo aver introdotto il mondo arabo-islamico
nei suoi molteplici aspetti, passerà nella primavera
del 2004 a raccontare la storia, la cultura e l’arte
dell’Iran, dalle radici persiane fino ai tempi contemporanei.
La realizzazione della serata è a cura di Marco Bernardi,
regista e direttore del Teatro Stabile Bolzano, e di Younis
Tawfik, docente di lingua e letteratura araba presso le Università
di Torino e Genova, ma anche noto giornalista e scrittore,
nato in Iraq e residente in Italia dal 1979. A Tawfik, che
introdurrà la raccolta e ne presenterà le diverse
evoluzioni, si affiancheranno sul palcoscenico Paolo Bonacelli
e Patrizia Milani, attori del Teatro Stabile Bolzano, in una
sorta di dialogo volto a ricreare l’atmosfera di oralità,
di narrazione propria delle Mille e una notte.
Esse
sono probabilmente l’opera orientale più famosa
in Occidente, la più presente nell’immaginario
collettivo da quando Antoine Galland le tradusse in francese
agli inizi del 1700, pur con molti adattamenti.
Anche se non sempre attingono alti livelli artistici, Le Mille
e una notte sono però di grande interesse etnologico.
I vertici vanno forse ricercati nel fondo egiziano, il più
recente, ma racconti eccellenti si ritrovano anche altrove.
Tra le sue tante e tante pagine, restano impresse nella memoria
del lettore quelle che ritraggono la furbizia e la malizia
dei suoi personaggi. Lo sconosciuto compilatore è davvero
riuscito a cogliere l’uomo, con un’arte consumata
sotto la vernice popolare.
Se le “Alf laila wa laila” – questo il titolo
originale – sono un’opera araba per lingua e ambientazione
della maggior parte dei racconti (Iraq, Siria e soprattutto
Egitto), esse appartengono nel proprio nucleo originario ad
un’epoca ed un ambiente del tutto diversi, a cui risale
anche la favola cornice di Shaharazad. Le “Notti”
sono infatti il risultato di un lungo processo storico in
cui più strati culturali si sono sovrapposti ed amalgamati:
all’antico fondo indo-persiano vennero aggiunti nuovi
racconti, che conferirono alle esotiche novelle un carattere
sempre più arabo; ma sarà in Egitto, nei secoli
XII-XVI che ci sarà la definitiva fissazione della
raccolta, ulteriormente arricchita con apporti arabo-egiziani.
Accanto a questi tre strati principali, si ritrovano, oltre
all’inclusione di opere in realtà estranee, come
i Viaggi di Sindibad il marinaio, influssi giudaici, greco-ellenistici;
persino, per le parti più recenti, europei.
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