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Home > Le mille e una notte. Viaggio nell'immaginario orientale
Nell’ambito del progetto pluriennale denominato “Verso nuove culture”, avviato nel 2001 dall’Assessorato alla cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano per far conoscere le manifestazioni culturali delle popolazioni “altre” con cui il modo odierno ci porta ormai costantemente in contatto, si parlerà di “Le Mille e una notte. Viaggio nell’immaginario orientale”.

Si tratta di una serata realizzata in collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano, fissata per giovedì 2 ottobre 2003 alle ore 21.00, presso il Teatro Studio del Nuovo Teatro Comunale di piazza Verdi. Il progetto Verso nuove culture gode del patrocinio della Commissaria Europea per la cultura, signora Viviane Reding; avviato con la supervisione scientifica del prof Pier Giovanni Donini, è ora curato dal prof. Mario Nordio dell’Università di Venezia. L'ingresso è gratuito, ma dato il numero limitato dei posti, si consiglia la prenotazione al numero 0471/979711.

Per le sue connotazioni storico-culturali la celebre raccolta di novelle delle Mille e una notte può fungere paginada ponte ideale tra il mondo arabo e quello persiano ed indiano, raccordando fra loro due delle sezioni di “Verso nuove culture”, che dopo aver introdotto il mondo arabo-islamico nei suoi molteplici aspetti, passerà nella primavera del 2004 a raccontare la storia, la cultura e l’arte dell’Iran, dalle radici persiane fino ai tempi contemporanei.

La realizzazione della serata è a cura di Marco Bernardi, regista e direttore del Teatro Stabile Bolzano, e di Younis Tawfik, docente di lingua e letteratura araba presso le Università di Torino e Genova, ma anche noto giornalista e scrittore, nato in Iraq e residente in Italia dal 1979. A Tawfik, che introdurrà la raccolta e ne presenterà le diverse evoluzioni, si affiancheranno sul palcoscenico Paolo Bonacelli e Patrizia Milani, attori del Teatro Stabile Bolzano, in una sorta di dialogo volto a ricreare l’atmosfera di oralità, di narrazione propria delle Mille e una notte.

mineaturaEsse sono probabilmente l’opera orientale più famosa in Occidente, la più presente nell’immaginario collettivo da quando Antoine Galland le tradusse in francese agli inizi del 1700, pur con molti adattamenti.
Anche se non sempre attingono alti livelli artistici, Le Mille e una notte sono però di grande interesse etnologico. I vertici vanno forse ricercati nel fondo egiziano, il più recente, ma racconti eccellenti si ritrovano anche altrove. Tra le sue tante e tante pagine, restano impresse nella memoria del lettore quelle che ritraggono la furbizia e la malizia dei suoi personaggi. Lo sconosciuto compilatore è davvero riuscito a cogliere l’uomo, con un’arte consumata sotto la vernice popolare.
Se le “Alf laila wa laila” – questo il titolo originale – sono un’opera araba per lingua e ambientazione della maggior parte dei racconti (Iraq, Siria e soprattutto Egitto), esse appartengono nel proprio nucleo originario ad un’epoca ed un ambiente del tutto diversi, a cui risale anche la favola cornice di Shaharazad. Le “Notti” sono infatti il risultato di un lungo processo storico in cui più strati culturali si sono sovrapposti ed amalgamati: all’antico fondo indo-persiano vennero aggiunti nuovi racconti, che conferirono alle esotiche novelle un carattere sempre più arabo; ma sarà in Egitto, nei secoli XII-XVI che ci sarà la definitiva fissazione della raccolta, ulteriormente arricchita con apporti arabo-egiziani.
Accanto a questi tre strati principali, si ritrovano, oltre all’inclusione di opere in realtà estranee, come i Viaggi di Sindibad il marinaio, influssi giudaici, greco-ellenistici; persino, per le parti più recenti, europei.

Non c’è che da chiudere gli occhi e lasciarsi condurre indietro nel tempo nei profumati giardini in riva al Tigri in compagnia del califfo Harun al-Rashid, o negli animati mercati orientali, tra astuti ciabattini ed ancelle tanto belle quanto sagaci.
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